CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) – Un puzzle da comporre con la strategia e con la politica. I pezzi ci sono già ma devono essere uniti, inseriti al posto giusto, per consentire un salto di qualità nei fatti, perché quello lasciato alle parole non ha avversari. Tutti d’accordo, l’Area del Golfo di Castellammare può ripartire. Per chi sceglie l’enfasi, può rinascere. I Comuni chiamati in causa sono i pezzi da unire: Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi-Segesta, sul fronte trapanese, Balestrate, Borgetto, Partinico su quello palermitano. Il puzzle ha l’immagine di un territorio che sceglie di puntare su una leadership condivisa, che riesce a fare sistema. La consigliera alcamese Anna Lisa Guggino prova ad esaltare un dettaglio dell’immagine: “Proponiamo di fare l’Unione dei Comuni tra la nostra città, Castellammare e Balestrate. È una proposta che va ripresa ed attualizzata. Un primo passo per rientrare, a pieno titolo, nelle politiche del Golfo”. Il sindaco Domenico Surdi aggiunge il suo pezzo: “Alcamo ha una solida economia imprenditoriale che rappresenta una risorsa per tutto il comprensorio”.
Il primo cittadino fa emergere una priorità: “Occorre sviluppare un turismo culturale unitario che rilanci i territori attraverso una strategia trainante che inviti a visitare le nostre città, i Comuni del Golfo, secondo un percorso unico, basato, ad esempio, su un’offerta mensile che valorizzi le peculiarità di ognuno per giungere ad ad un’offerta complessiva per tutto l’anno. Turismo e cultura devono essere il fil rouge per creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo del territorio nel suo complesso. E per questo, serve il coraggio d’investire senza campanilismi di sorta, andando oltre i propri confini municipali”. Sfida ed opportunità che Castellammare è pronta a raccogliere.
Il consigliere Nino Mistretta non poteva essere più chiaro e diretto: “Sono sempre stato convinto assertore della necessità di fare squadra tra i nostri Comuni, superando eventuali personalismi e campanilismi. Considerato che le Province non esistono più e visto che paesi come Castellammare, Alcamo, Partinico, Balestrate e Borgetto si trovano alle periferie delle rispettive ex Province sarebbe non solo auspicabile ma anche indispensabile pensare ad un comprensorio che sia capace d’includere tutti i paesi del Golfo. Di conseguenza, Castellammare, che dell’Area del Golfo ne porta pure il nome, deve fare ben più che la sua parte”. Mistretta traccia il percorso da seguire: “Unendo le energie e superando i confini di ex Province”.
Confini che per il rappresentante consiliari sono ormai “asfittici e penalizzanti per un territorio ricco di attività turistiche, legate al mondo della pesca e dell’agricoltura”. Sintesi che consentirebbe “di affrontare meglio e soprattutto di risolvere problematiche importanti come quelle che riguardano la viabilità, i collegamenti e le infrastrutture”.
Sulla centralità di Castellammare non ha dubbi l’ex vicesindaco e leader di maggioranza Giuseppe Cruciata: “Abbiamo più volte ribadito che la concezione di sviluppo territoriale non può che essere comprensiva dei territori. Nell’Area del Golfo, per posizione geografica e caratteristiche paesaggistiche, Castellammare ha certamente un ruolo di primo piano che può mettere al servizio degli altri facendo sistema. Non si può più ragionare per campanilismo o singola città ma parlare di Aree Vaste. Ciò impone comunque scelte e politiche unitarie che non siano a vantaggio di questo o l’altro, ma di un territorio ampio, con la valorizzazione delle caratteristiche di ognuno e un ruolo paritario per decisione e scelte. Quest’ultimo punto è quello che diventa sempre più difficile da attuare in maniera equa e condivisa e che spesso porta a disgregare belle realtà di coesione che sorgono”.
Un pezzo al puzzle dell’Area del Golfo lo aggiunge anche l’ex sindaco di Castellammare Nicola Coppola, oggi consigliere di minoranza: “E’ nato un nuovo rapporto con la vicina Alcamo. Abbiamo tante cose in comune in termini di servizi, oltre chiaramente allo sviluppo turistico. Abbiamo fatto un passo avanti costituendo una commissione interconsiliare. Stiamo dialogando e credo che sia un buon punto di partenza”.
Alcamo “risponde” con la sua vicesindaca Caterina Camarda: “Il turismo ed il suo variegato indotto possono e devono essere una fonte di sviluppo e di reddito per tutto il territorio del Golfo. Negli anni il territorio del Golfo è stato sempre oggetto di forti attenzioni che non sempre si sono tradotte in concrete politiche di sviluppo su basi comuni. Per questo abbiamo intrapreso ed intendiamo portare avanti la partnership con il Gruppo d’Azione Locale e stiamo intraprendendo un percorso che ci permetta di allargare gli orizzonti, facendo rete con i Comuni limitrofi e di tutta la Sicilia, e portando Alcamo su importanti canali di promozione, come la Bit di Milano, a cui con orgoglio quest’anno parteciperemo con un nostro stand”. I pezzi sono pronti. Il puzzle si farà?