Annunciati dalla sirena di una motovedetta sono entrati nel boccaporto del Porto Nuovo di Mazara del Vallo i pescherecci Medinea e Antartide, con a bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati lo scorso giovedì dopo 108 giorni di prigionia.
Partiti da Bengasi intorno all’una di notte di venerdì, le due imbarcazioni hanno navigato per poco meno di 60 ore. Ad attenderli sulla banchina i familiari e le autorità.
I pescatori sulle due imbarcazioni appena attraccate in banchina a Mazara del Vallo sono usciti sul ponte salutando. Una scena di immensa gioia mista a commozione quella a cui si è assistiti, in cui i parenti e altri pescatori mandavano baci con la mano da terra mentre venivano liberate dalla banchina 18 colombe.
“Siamo stati trattati malissimo, ma sono felice di essere qui” -detto Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea, uscendo in auto dal porto di Mazara del Vallo -. Un altro dei componenti l’equipaggio, un tunisino, dal finestrino ha detto: “siamo stati per settimane a piedi nudi. Ci hanno trattato molto male”.
Per i pescatori tamponi e test covid: i test rapidi eseguiti da quattro sanitari della Usca dell’Asp di Trapani sono intanto tutti negativi. Eseguiti anche quelli molecolari, i cui esiti si conosceranno solo nel tardo pomeriggio. Adesso i 18 pescatori possono tornare a casa.