SEGESTA (TP) – La predilezione dei linguaggi innovativi che rendono vivi e attuali i testi classici, uno sguardo panoramico che da Oriente volge verso Ovest e il recupero del sacro in chiave contemporanea: sono i tre elementi chiave del successo del “Segesta Teatro Festival”, il programma di arti performative partito una settimana fa e che proseguirà fino al prossimo 4 settembre in uno dei parchi più affascinanti della Sicilia: il Parco Archeologico di Segesta, in provincia di Trapani, fra il Teatro Antico, il Tempio Afrodite Urania e i comuni limitrofi circondati da vigneti e colline: Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci.
Promosso dalla Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dall’Ente Parco Archeologico di Segesta, un festival che cambia nome e direzione artistica: a guidare questo primo, nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1967, Claudio Collovà, regista di fama internazionale, autore e attore, nonché docente e già direttore delle Orestiadi di Gibellina dal 2009 al 2017. Riconnettere il festival con le migliori esperienze internazionali nel campo della creazione contemporanea, reinterpretare il legame ideale con i fondatori del Teatro Antico, valorizzare le più interessanti espressioni artistiche del territorio e favorire e contribuire all’affermazione della Sicilia come “spazio di incontro tra culture e linguaggi”, sono le traiettorie che segnano la rinnovata visione complessiva e le scelte artistiche di questo new deal, in sintonia con la più ampia offerta culturale del Parco Archeologico di Segesta. Nell’ottica della collaborazione fra parchi archeologici della Sicilia e tra festival e istituzioni culturali, inoltre, un’ulteriore novità della programmazione 2022 è l’ospitalità che il STF offre al festival Ierofanie di Naxos Taormina e all’itinerante Festival della Bellezza.
La valorizzazione della cultura siciliana attraverso la grande tradizione orale del “cunto” sarà protagonista proprio oggi, martedì 9 agosto, con il primo dei suggestivi spettacoli all’alba al Teatro Antico: Cicerone e i Siciliani contro Verre di e con Alfonso Veneroso che narra una vicenda del I secolo A.C. dalle impressionanti analogie con il mondo di oggi, fra corruzione politica, crimine organizzato e guerre per l’approvvigionamento dell’energia. E poi l’11 e 12 agosto sempre al Teatro Antico, con L’ira di Achille del Maestro Mimmo Cuticchio, regista, attore e “puparo” conosciuto in tutto il mondo proprio per la sua pratica artistica che ormai da cinquant’anni fonde l’epica con il contemporaneo. In questo caso l’Iliade di Omero incontra la sperimentazione musicale del figlio Giacomo Cuticchio e del suo ensemble.
Ruoterà invece intorno al concetto di estasi l’appuntamento che chiude il Segesta Teatro Festival, il 4 settembre sempre al Teatro Antico: Infinito nero: Estasi di un atto, opera firmata da uno dei più grandi compositori italiani viventi, Salvatore Sciarrino (che prima dell’esecuzione incontrerà il pubblico, oltre a tenere una masterclass al Conservatorio di Palermo nei giorni precedenti) ed eseguita da mdi ensemble nella versione scenica di Davide Santi. Con un materiale musicale rarefatto, onomatopeico, discontinuo e ossessivo, che alterna lunghi silenzi e frenetiche declamazioni, Infinito nero è un’allucinata e allucinatoria composizione per voce e otto strumenti – in scena il soprano Livia Rado – sull’estasi di Maria Maddalena de’ Pazzi, mistica carmelitana vissuta a Firenze nel XVI secolo e proclamata Santa alla fine del ‘600.