Le promesse di ingenti guadagni sugli investimenti –
rendimenti annui fino al 12% – erano in realtà una truffa che seguiva lo
‘Schema Ponzi’, cioè il capitale delle vittime venivano usate per pagare
finti interessi ai primi investitori ai danni loro e dei successivi in uno
schema fraudolento che si alimentava ‘a catena’ con ingenti profitti per i
promotori.
Ai primi investitori venivano riconosciuti i rendimenti
promessi per invogliarli a proporre anche ad altri l’operazione. Questo
raggiro, secondo le risultanze dell’operazione ‘Fast Money’ eseguita dai
finanzieri del Gruppo Tutela Economia del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Ancona, sarebbe stato pensato e attuato da
un 54enne consulente finanziario di Bergamo, ex giocatore
professionista di serie A di basket, insieme a sette presunti complici: 200mila
euro i danni causati e decine le vittime (imprenditori, dipendenti e liberi
professionisti) tra cui un anconetano, autista di bus di linea.
Proprio dalla denuncia dell’anconetano sono partite le
indagini da cui sono emersi innumerevoli episodi di truffa realizzati tra il 2016
e il 2019, tramite società ubicate in Italia, Austria, Cipro,
Lussemburgo, Svizzera e Gran Bretagna.
Gli otto indagati – tra i 51 e i 72 anni,
residenti in Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto
Adige, Veneto e in Austria – sono stati citati a giudizio
dall’autorità giudiziaria in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo,
delle diverse condotte truffaldine: il reato contestato a tutti è la truffa,
aggravata dalla transnazionalità.
L’esito delle attività investigative, fanno sapere ancora
gli investitori, “ha permesso, altresì, alla Consob, in un primo
momento, di sospendere in via cautelare l’ex professionista di basket
dall’esercizio dell’attività di consulente finanziario abilitato all’offerta
fuori sede e poi di radiarlo in via definitiva”.