Cronaca

Truffe, Palermo coinvolta nelle false nazionalizzazioni di auto

La Polizia stradale di Taranto ha eseguito otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone residenti nelle province di Taranto, Lecce, Bari e Napoli, accusate di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di numerose auto di alta gamma commerciale attraverso il metodo della “falsa nazionalizzazione”. Nell’indagine è coinvolta anche la Motorizzazione di Palermo.

In pratica sarebbero stati utilizzati dati genuini di vetture circolanti in altri Paesi comunitari per procedere alle nuove immatricolazioni in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti.

Sono in corso anche i sequestri nelle Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce, di fascicoli di nazionalizzazione delle auto.

Gli indagati, secondo gli inquirenti, riuscivano a far ottenere, in tempi rapidi, immatricolazioni e nazionalizzazioni corredati di documentazione falsa o inesatta.

I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti da personale della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto, in collaborazione con la Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia, per la Campania e la Sezione Polstrada di Lecce.
YB6-BU/TEM S45 QBKS

Un giro d’affari da un milione di euro

E’ stato quantificato in circa un milione di euro l’ammontare dell’illecito profitto ottenuto da un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di numerose auto attraverso il metodo della “falsa nazionalizzazione”.

L’attività investigativa ha consentito di denunciare in stato di libertà 53 persone coinvolte a vario titolo.

Nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro sedici auto di alto valore commerciale e sono stati eseguiti sequestri di fascicoli di nazionalizzazione di vetture presso le Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce.

Gli indagati avrebbero utilizzato dati apparentemente genuini di vetture circolanti in altri Paesi comunitari, come la Francia, per procedere alle nuove immatricolazioni in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti. La presunta organizzazione criminale era stabilmente incardinata sul territorio jonico e si ramificava su tutta la regione Puglia, in Campania e in Sicilia.

Le indagini, iniziate nel 2018, sono state supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali.

Il gruppo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato capeggiato da due tarantini e un napoletano.

Alcuni indagati avevano il compito di intestare a società di rivendita auto locali alcune delle autovetture fraudolentemente sottratte a società di noleggio e immatricolate con il metodo delle false nazionalizzazioni.

Altri componenti, ritenuti di “spiccata caratura criminale” agivano da intermediari per la vendita delle vetture oggetto di riciclaggio o, in talune circostanze, le acquistavano in proprio, per poi rivenderle a fini di lucro.

Un ruolo determinate sarebbe stato svolto da agenzie di pratiche automobilistiche, situate nel tarantino, ma anche nel napoletano e nel palermitano, che hanno messo “a disposizione – come spiegato dal dirigente della Polstrada Nicola Manzari – le proprie competenze tecniche consentendo di nazionalizzare le auto con documenti esteri falsi”.