Una donna di 35 anni, è accusata di non aver somministrato centinaia di dosi di vaccino contro le più comuni malattie infantili in una decina di anni
Maxi risarcimento, per essere precisi 550mila euro, per i danni che l’infermiera no vax Emanuela Petrillo, 35 anni, dovrà versare all’azienda sanitaria friulana per aver fatto finta di vaccinare, tra il 2009 e il 2015, quando era in servizio a Codroipo (Udine) centinaia di bambini.
Così ha deciso la Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia. La donna è accusata di aver tenuto lo stesso comportamento negli anni successivi quando era nel Trevisano. Il legale: “Celerità sospetta”.
La sentenza penale del Tribunale
di Udine è attesa per il prossimo febbraio. La Corte dei Conti, sezione
giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia, invece si è già pronunciata. Parte
della somma è riconducibile all’acquisto di dosi di vaccino che, all’epoca dei
fatti, sono state risomministrate ai pazienti.
Il processo a carico
dell’infermiera è iniziato nel settembre 2019: la donna deve rispondere di
peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificati.
Il caso dei sospetti finti
vaccini era emerso nella Marca Trevigiana, quando i colleghi della donna si
erano accorti di alcune anomalie. Nella sentenza della Corte dei Conti i
giudici fanno riferimento agli accertamenti svolti all’epoca su un campione di
pazienti in Friuli: “Su 129 bambini vaccinati da Emanuela Petrillo, solo 20
(pari al 15,5%) hanno sviluppato una risposta immunitaria, mentre per 109 (pari
all’84,5%) l’esito è stato negativo; su 80 bambini vaccinati da altri
operatori, solo 6 (pari al 7,5%) sono risultati negativi, mentre per 74 (pari
al 92,5%) l’esito è stato positivo”.
generale dell’Azienda sanitaria
universitaria Friuli centrale (AsuFc), Denis Caporale, a seguito della sentenza
della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia,
che ha condannato Emanuela Petrillo – assistente sanitaria trevigiana accusata
di aver finto di somministrare le vaccinazioni ad alcuni bambini tra il 2009 e
fine 2015, anche in alcune strutture del Friuli – a risarcire l’AsuFc con 550
mila euro.