"Università bandita", il rettore di Catania si dimette con una lettera al ministro Bussetti - QdS

“Università bandita”, il rettore di Catania si dimette con una lettera al ministro Bussetti

Pietro Crisafulli

“Università bandita”, il rettore di Catania si dimette con una lettera al ministro Bussetti

martedì 02 Luglio 2019

Il titolare del Miur ha accettato le dimissioni per consentire agli organi accademici di avviare subito le procedure per l'elezione del nuovo Rettore dell'Ateneo. Il prof. Francesco Basile parla di "Un atto sofferto, a tutela della comunità universitaria e per la serenità degli studenti". "Potrò con maggiore libertà e incisività dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti". Gli studenti, "Rettorato occupato". CHI E' FRANCESCO BASILE

E Bussetti , il professor Francesco Basile ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Rettore dell’Università di Catania, che ricopriva dal febbraio 2017. Brani della lettera sono riportati in un comunicato ufficiale dell’Università

Il comunicato ufficiale

“A seguito della nota vicenda giudiziaria avviata dalla procura della Repubblica di Catania che vede coinvolti, in qualità di indagati, numerosi docenti dell’Università di Catania ed anche me, in qualità di Rettore – ha scritto il prof. Basile al ministro Bussetti – ho avuto modo di riflettere profondamente sulle decisioni più opportune da prendere per il bene dell’Ateneo. Con lo stesso spirito di servizio che ha contraddistinto il mio mandato e per il rispetto e la considerazione che ho sempre manifestato per il ruolo che ricopro e nei confronti della Magistratura, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni dalla carica di Rettore dell’Università di Catania”.

Bussetti accetta le dimissioni, nuove elezioni

Bussetti, ha ricevuto le dimissioni del prof. Basile e ha firmato il decreto di accettazione per consentire agli organi accademici di avviare subito le procedure per l’elezione del nuovo Rettore dell’Ateneo.

“È importante che su questa vicenda si faccia chiarezza quanto prima – ha detto Bussetti -. Sono emerse condotte preoccupanti e vanno accertate anche e soprattutto a tutela del nostro sistema accademico che è di altissimo livello. Il Ministero, come già promesso, non resterà a guardare: rispetteremo ed eseguiremo le decisioni dei giudici e ci costituiremo parte civile nel futuro processo. Qualora i concorsi risultassero truccati, saranno annullati”.

Il Miur ha avviato una verifica sull’eventuale presenza all’interno delle commissioni di abilitazione scientifica nazionale di docenti universitari coinvolti nel procedimento.

“Ora potrò difendermi con maggiore libertà”

Una decisione, quella di dimettersi, che il professor Basile definisce in una nota “sofferta” ma che viene assunta “per la tutela dell’istituzione, dei docenti, dei dirigenti e del personale universitario che sento a me particolarmente vicini in questo momento e per garantire agli studenti serenità nel loro percorso di studio”.

“Infine – precisa Basile nella nota – ritengo che, spogliandomi del ruolo istituzionale, potrò con maggiore libertà e incisività e senza condizionamenti esterni, dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.

Chi è Francesco Basile

Francesco Basile – 61 anni, dal 1992 ordinario di Chirurgia generale nella Scuola di Medicina e oggi direttore dell’unità di Clinica chirurgica dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania – venne eletto nel febbraio del 2017 al posto di Giacomo Pignataro. Nel 2016 è stato eletto presidente della società Italiana di Chirurgia Day Surgery.

I nove docenti destinatari del provvedimento

I nove docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università di Catania e nei loro confronti la polizia di Stato ha eseguito perquisizioni.

Tra loro c’è anche l’ex rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro e anche per lui è stata disposta la sospensione dal servizio.

Gli altri docenti sono il prorettore Giancarlo Magnano di San Lio; l’ex direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Giuseppe Barone; il direttore del Dipartimento di Economia e Impresa Michela Maria Bernadetta Cavallaro; il direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche Filippo Drago; il direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica Giovanni Gallo (anche lui dimissionario); il direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali Carmelo Giovanni Monaco; il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Roberto Pennisi; il presidente del coordinamento della Facoltà di Medicina Giuseppe Sessa.

Indagati docenti di altri atenei

Lo scandalo vede indagati ben quaranta professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

Indagato anche un ex Procuratore

Un terremoto che ha travolto l’Università, dunque, ma non solo, visto che tra gli indagati c’è anche l’ex procuratore di Catania, Vincenzo D’Agata: si sarebbe interessato per il ruolo di ordinario nel settore Anatomia del dipartimento di Scienze biomediche per la figlia Velia.

Due anni di indagini della Digos

L’inchiesta “Università Bandita”, è scaturita da indagini avviate dalla Digos della Questura di Catania su concorsi che per l’accusa sono stati “truccati” e in particolare riguardano l’assegnazione di diciassette posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore.

La Procura aveva chiesto i domiciliari

La Procura di Catania aveva chiesto gli arresti domiciliari per il rettore e nove professori, ma il gip ha disposto il provvedimento cautelare della sospensione dall’attività professionale.

Per questo ieri i pm hanno fatto sapere di avere intenzione di ricorrere nei confronti della decisione del Gip.

Indagini anche su altri 97 concorsi

La Digos della Questura di Catania, oltre ai 27 concorsi ritenuti truccati, sta svolgendo indagini su altre “97 procedure concorsuali sulle quali – ritiene la Procura distrettuale etnea – sussistono fondati elementi di reità circa la loro alterazione”.

“Rettorato occupato”

“Rettorato occupato”: lo striscione che chiude l’ingresso del portone di piazza università dell’Ateneo, è una presa di posizione di un gruppo di studenti contro i recenti fatti di cronaca, che hanno visto l’Università di Catania al centro di uno scandalo sui concorsi truccati, assieme ad altri atenei italiani.

Nel pomeriggio è prevista un’assemblea alla quale gli studenti sperano intervenga Candeloro Bellantoni, il direttore generale dell’ateneo.

“Vogliamo che venga a spiegarci – è scritto nel sito Live Unict – come continueremo. Vogliamo praticare controllo popolare, vogliamo partecipare, conoscere e soprattutto opporci a questo sistema di baronaggio che per troppo tempo ha caratterizzato l’Università in Italia”.

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