Ustica, Carlo Giovanardi, "domani deposito le carte" - QdS

Ustica, Carlo Giovanardi, “domani deposito le carte”

redazione web

Ustica, Carlo Giovanardi, “domani deposito le carte”

lunedì 29 Giugno 2020

L'ex sottosegretario del governo Berlusconi cui fu affidato nel 2010 il compito di rispondere a un'interpellanza sulla strage aerea, parla di "montagna di bugie e depistaggi sfornato da uno spregiudicato 'giornalismo d'inchiesta'"

“Depositerò domani a Palazzo Chigi le carte nell’incontro con il Capo dei Servizi per dimostrare la montagna di bugie e depistaggi sfornati negli anni da uno spregiudicato cosiddetto ‘giornalismo d’inchiesta’ insieme al rinnovato invito a rendere immediatamente pubblici i documenti sulle minacce di rappresaglia libiche-palestinesi all’inizio di quel terribile 1980”.

Lo ha dichiarato l’ex esponente del governo Berlusconi Carlo Giovanardi in polemica con le dichiarazioni del presidente della Camera Roberto Fico.

“Il due dicembre del 2010 – ha affermato Giovanardi, che ha settant’anni e non ricopre più alcuna carica pubblica – non al Bar Sport ma alla Camera dei Deputati, ho risposto a nome del Governo, di cui facevo parte come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a un’interpellanza su Ustica. Nella dettagliata risposta, che è agli atti della Camera che l’on. Fico attualmente presiede, cito testualmente tutti i motivi per i quali la Corte d’Appello prima e la Cassazione penale poi, con sentenza passata in giudicato, hanno escluso categoricamente battaglia aerea e missile, parlando addirittura di ‘fantascienza’ e ‘trama di un libro di spionaggio'”.

Giovanardi ha definito “incredibile” il fatto che, durante le celebrazioni per il quarantennale della strage di Ustica a Bologna, “la terza carica dello Stato con imbarazzanti e infondate dichiarazioni abbia confuso l’ordinanza-sentenza con la quale nel vecchio rito il dottor Priore archiviò con Sentenza le accuse verso alcuni indiziati e con Ordinanza rinviò a giudizio i Generali dell’Aeronautica, poi assolti nel 2007 ‘perché il fatto non sussiste’ alla fine dello stesso processo, sostenendo che la verità giudiziaria sta nel rinvio a giudizio e non nella sentenza finale del Processo”.

“Secondo questa vera e propria ‘somarata’ – ha concluso – sarebbe come dire che la verità su Enzo Tortora, accusato di essere uno spacciatore di droga, sta nel rinvio a giudizio e non nella sua definitiva assoluzione”.

L’ultracattolico Giovanardi ha una coerente storia di destra: si iscrive nel 1969 alla Democrazia Cristiana e diventa consigliere comunale a Modena. Nel 1992 diventa deputato alla Camera e, dopo la fine della Dc, aderisce al Centro cristiano democratico (Ccd) di Pier Ferdinando Casini e viene eletto deputato. Viene rieletto alle politiche del 2001 e nel 2006, ma stavolta nell’Udc.

A lui si deve la legge che equipara le droghe leggere, come la cannabis, a quelle pesanti quali eroina o cocaina e introduce sanzioni penali anche per i consumatori, che erano state cancellate dal referendum popolare dell’aprile del 1993. La normativa fu giudicata incostituzionale e annullata nel 2014. Passa poi al Pdl e alle politiche del 2008 e del 2013 viene eletto al Senato.

Dal 7 maggio 2008 al 16 novembre 2011 è stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell’ultimo governpo Berlusconi, con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile. Nel 2013 viene eletto membro della Commissione parlamentare antimafia. Dopo un breve passaggio al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, approda a Identità e Azione (IdeA) di Gaetano Quagliariello.

Un commento

  1. rosario nicoletti ha detto:

    L’on. Giovanardi ha ragioni da vendere. Il circo mediatico che si è attivato sulla strage di Ustica ha provocato un polverone che ha oscurato la verità. Lo dico con cognizioni di causa, avendo partecipato ai lavori della Commissione Misiti, supporto peritale al G.I. Rosario Priore. Il Giudice ed alcuni periti sono stati fuorviati da una perizia esplosivistica, fatta con lo scopo di confermare l’ipotesi della bomba nella toilette formulata dall’Ing. Taylor, esperto di disastri aerei che partecipava ai lavori. Ero presente quando l’ingegnere presentò la sua ipotesi, mostrando come era possibile mettere nell’intercapedine della parete a fianco del dispenser della carta igienica un piccolo fagotto esplosivo. L’esperimento ideato dal Dott. Brandimarte – simulare con l’uso di una carica esplosiva in una toilette uguale – sarebbe dovuto servire a dare conferma (o l’esclusione) della bomba quale causa del disastro. Ascoltando le parole dell’Ing. Casarosa sul risultato di questo esperimento (avvenne “un macello”!), come risulta dalla trasmissione di RAI Storia del 27 u.s., si capisce come i risultati dell’esperimento abbiano fuorviato periti e lo stesso G.I.. La bomba confezionata per prova era una vera bomba (esplosivo in quantità confinato in un contenitore rigido), mentre ragionevolmente la “bomba” della toilette era nel caso reale un semplice cartoccio di esplosivo capace di dare una onda d’urto molto limitata, ma una fiammata in grado di creare un largo foro nella parete dell’aereo, che si sarebbe poi distrutto per l’aria che entrava alla velocità di 900 Km/ora. Accettando una “bomba” di questo genere (facile da confezionare e da posare) tutti i dettagli che appaiono contradittori vanno al loro posto. A cominciare dalle famose cerniere della porta della toilette, che risultano forzate da una pressione esterna al vano, piuttosto che dalla pressione interna, causata dalla bomba. E questo è coerente con la perdita della pressurizzazione della toilette, visto che alla quota del volo la pressione era di circa 0,5 atm. Ho sempre pensato che la causa del disastro fosse una bomba e sono pronto ad accettare un contraddittorio con chiunque; concludo dicendo che ho partecipato ai lavori peritali come componente di una sottocommissione di esperti chimici, e non ho quindi partecipato alla stesura della relazione finale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017