PALERMO – Un relitto di epoca romana giacente ad una profondità di circa 70 metri di cui è ben evidenziato il carico, composto da anfore databili tra il II ed I sec. a.C., è stato individuato nello specchio d’acqua antistante Ustica dalla Sovrintendenza del Mare durante un’operazione di monitoraggio e rimessa in ordine dell’itinerario subacqueo. Le indagini preliminari sono state condotte con il supporto tecnico-logistico della Guardia di finanza.
“Abbiamo ripreso le attività di ricerca e di manutenzione degli itinerari sommersi – ha dichiarato la soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – grazie all’Assessore Alberto Samonà che ha manifestato la volontà di rimettere al centro dell’attenzione la Sopmare che rappresenta tutt’oggi un organo di ricerca, tutela e valorizzazione unico in Europa e che prosegue la propria attività in tutti i mari di Sicilia”. A Ustica le ricerche proseguiranno con saggi, rilievi videofotografici, e analisi diagnostiche sui reperti recuperati.
“Proseguire e potenziare le ricerche in mare ispirate dall’entusiasmo ancora vivido di Sebastiano Tusa – ha sottolineato l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – non è solo un atto di rispettosa memoria verso un uomo che ha investito gran parte della propria vita a valorizzare la Sicilia e il mondo sommerso, ma è soprattutto un investimento in termini di capacità di generare valore, attraverso il potenziamento di un segmento dell’offerta culturale connessa al patrimonio storico-archeologico sottomarino, in linea con i principi della convenzione Unesco sulla fruizione del patrimonio culturale.