Variante Delta, così entra in Sicilia dagli aeroporti senza controlli - QdS

Variante Delta, così entra in Sicilia dagli aeroporti senza controlli

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Variante Delta, così entra in Sicilia dagli aeroporti senza controlli

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mercoledì 25 Agosto 2021

Mancati controlli ai Plf (Passenger locator form) e dai Paesi a rischio si riesce facilmente ad entrare nell’Isola (facendo scalo in altri aeroporti italiani) senza fare il test rapido anti Covid

La Sicilia è ormai da qualche giorno la regione con il maggior numero di contagi da Covid in Italia (ieri 1.491). E se questo dipende anche dalla scarsa aderenza alla campagna vaccinale (il 59% della popolazione over 12 ha fatto la doppia dose, ben 4 punti percentuali meno della Calabria che ci segue in questa poco lusinghiera classifica), l’impatto del turismo (l’Isola è tra le più visitate d’Italia, buona notizia!) risulta determinante laddove si manifesta senza il rispetto delle più elementari regole anti contagio.

L’ordinanza della Regione anti contagio

Proprio per evitare il diffondersi di nuovi contagi la Regione siciliana, con ordinanza n. 79 del 20 luglio ha stabilito che chiunque faccia ingresso in Sicilia – turista o siciliano di ritorno – da alcuni Paesi particolarmente a rischio per l’emergenza Covid (Francia, Grecia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Malta, a cui si sono aggiunti Inghilterra, Irlanda del Nord, Russia, Marocco, Egitto, Ucraina, Eau, Turchia, Israele, Albania, oltre ai Paesi extraeuropei) debba sottoporsi a tampone rapido obbligatorio.

I controlli (mancati) in aeroporto

Se in un primo tempo avevamo segnalato l’elusione dei controlli e in seguito, dopo l’intervento del commissario Liberti in sinergia con il prefetto di Catania, il rafforzamento degli stessi , ora ci troviamo nuovamente a dover considerare la scarsa efficacia di tali controlli.

Innanzitutto al PLF, il documento che traccia gli spostamenti dei cittadini negli ultimi 14 giorni. Diversi viaggiatori ci hanno segnalato la mancanza di controlli per questo documento. In particolare le segnalazioni di un gruppo di turisti siciliani riguardavano un volo Valencia – Napoli di Ryanair e successivo arrivo a Catania, e un Creta – Roma di Vueling, scalo prima del volo verso lo stesso aeroporto catanese.

A questo si aggiunga che il personale preposto alla verifica della provenienza dei turisti all’aeroporto di Catania (“vigilanza privata, pagata dall’Asp, e personale della Protezione civile” come ci dicono dall’ufficio stampa del commissario Covid di Catania) si limita a chiedere agli arrivi la provenienza senza verificare alcunché.  

L’aggiramento delle regole

Il problema è che una buona percentuale di turisti provenienti dai Paesi più colpiti dalla Variante Delta non arriva in Sicilia con volo diretto. Per questo motivo è fin troppo facile eludere il controllo. E se è vero che starebbe nella coscienza del turista sottoporsi a controllo, è anche vero che in molti (vuoi per non perdere tempo, vuoi perché si sentono sicuri – ma come sappiamo non c’è niente di sicuro con questo virus – ) dichiarano di provenire da Roma, Milano o altri aeroporti italiani non fornendo l’indicazione, fondamentale, che si è fatto scalo in quell’aeroporto ma si è soggiornato in un Paese per il quale vige l’obbligo del tampone al rientro.

E qui torna l’importanza di un
documento, il Plf, che chiarisce tutti gli spostamenti del turista e quindi
indirizzarlo all’aerea del test covid o meno.

Ma chi deve controllare il Plf?

Il commissario Covid per la
provincia di Catania ci fa sapere tramite il suo ufficio stampa che tale
controllo spetta all’autorità aeroportuale (che decide autonomamente).

Dallo scalo catanese però arriva un’altra versione: questi documenti devono essere controllati dalle compagnie aeree al momento dell’imbarco. Ma in questo caso, solo in poche lo fanno e non sempre. Per questo motivo abbiamo chiesto a Ryanair e Vueling (due compagnie che i nostri lettori ci hanno segnalato come responsabili del mancato controllo del Plf) la loro posizione ufficiale.

Intanto la variante Delta entra sempre più prepotentemente (usando i turisti come vettore) nella nostra Isola ormai detentrice del record di contagi giornalieri. Ma il turismo si sta riprendendo quindi… tutti “cornuti e contenti”. Ma basterebbero controlli più efficaci (e possibili) per essere davvero tutti “sicuri e contenti”.

Dario Raffaele

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