La variante giapponese potrebbe essere resistente ai vaccini e causare quadri clinici più gravi. Il direttore della Simit consiglia il blocco dei voli e il potenziamento della campagna vaccinale
La variante giapponese del coronavirus – già annunciata a febbraio – adesso fa paura. La sua nomenclatura è E484k (soprannominata “Eek”) e riunisce in sé le caratteristiche delle varianti inglese e sudasfricana. Pare che riesca a resistere al vaccino e pure agli anticorpi sviluppati da una precedente infezione da Covid-19. Inoltre, presenterebbe una sintomatologia grave nella maggior parte dei casi.
Dieci pazienti su 14 (dunque il 70% delle persone sottoposte al test) è stata trovata positiva alla variante giapponese a Marzo nel Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital. Lo scorso mese è stata riscontrata 100 volte in Nord Tirolo e in Austria. Si starebbe diffondendo anche in Florida, Texas, Messimo e Arizona.
Una seconda ondata ha investito Hyogo, Miyagi e Osaka, dove attualmente si registra un’impennata. Si teme che la variante possa cominciare a dilagare a Tokyo con conseguenze disastrose.
Il direttore della Simit, Massimo Andreoni: “Una corsa contro il tempo”
Se i dati relativi alla nuova variante E484K segnalata in Giappone “saranno confermati, e se dunque sarà confermata anche la resistenza di questa mutazione del virus SarsCov2 ai vaccini attualmente disponibili, credo sarebbe da valutare l’opportunità di un blocco dei voli, anche con precauzioni particolari rispetto al Giappone e con protocolli stringenti se tale variante fosse, come sembra, già arrivata in Europa”. Lo afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore associato di Malattie Infettive all’Università di Roma Tor Vergata.
Quella contro le varianti del virus SaRScOV2, spiega, “è ormai una corsa contro il tempo: infatti, più il virus circola più tende a mutare e dare luogo a nuove varianti. L’unica strategia è dunque quella di bloccare il prima possibile la circolazione del virus e per far questo la vera arma di cui disponiamo è la vaccinazione.
Dunque, è fondamentale in questo momento velocizzare il più possibile la campagna di vaccinazione, per immunizzare il maggior numero di persone in tempi rapidi, bloccare il virus e impedire così che origini altre mutazioni”. Allo stesso tempo, sottolinea, “cruciale diventa anche aumentare la capacità di tracciamento delle varianti potenziando le attività di sequenziamento del virus, ciò al fine di capire cosa sta accadendo effettivamente in Italia e quali sono i ceppi che stanno circolando”. Un’attività, conclude Andreoni, che “stiamo portando avanti all’Università di Tor Vergata, così come si sta facendo in altri centri, ma che va ulteriormente rafforzata”.