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Vegetali surgelati: consumi 9 mesi +0,4% a volume nel canale retail

Vegetali surgelati: consumi 9 mesi +0,4% a volume nel canale retail

Il principale utilizzo come contorno

Milano, 11 nov. (askanews) – Il consumo di vegetali surgelati è cresciuto dell’1,9% nel 2024 rispetto al 2023, con oltre 300.000 tonnellate di verdure sotto zero acquistate nel canale retail. Nei primi 9 mesi del 2025 i consumi a volume hanno proseguito con una crescita dello 0,4% rispetto all’analogo periodo del 2024 (sempre nel canale retail).

Classica occasione di consumo per questo tipo di prodotti è il contorno, un’abitudine alimentare tutta italiana che dai fagiolini agli spinaci, dai broccoli a carote e cavoletti di Bruxelles, offre una occasione in più per integrare nel pasto questi alimenti. A supportare questa tradizione le numerose ricette regionali che da Nord a Sud connotano la Penisola: ogni regione ha, infatti, il suo contorno che i prodotti surgelati negli anni hanno sono riusciti a riprodurli.

“I vegetali sono alla base della dieta mediterranea, considerata in tutto il mondo lo stile di vita più sano e salutare e, da sempre, in Italia, sono protagonisti della tavola anche sottoforma di contorno. Un’abitudine che è anche sinonimo di salute. Secondo lo studio ‘Sorveglianza passi dell’Iss’, assumere regolarmente frutta e verdura eviterebbe oltre 135.000 decessi, un terzo delle malattie coronariche e l’11% degli ictus, perché i vegetali sono poveri di calorie ma ricchi di nutrienti come vitamine, minerali, fibre e antiossidanti, che rafforzano il sistema immunitario e riducono il rischio di malattie croniche”, spiega Giorgio Donegani, presidente dell’Istituto italiano alimenti surgelati. “In questo senso i vegetali surgelati rappresentano un grande alleato e permettono di mantenere viva la tradizione italiana dei contorni, fatta di piatti semplici, gustosi e genuini. Inoltre, i prodotti frozen, permettono di garantire varietà, equilibrio e qualità nutrizionale in ogni stagione, anche quando la disponibilità del fresco risulta più difficile”, conclude Donegani.