Verso ampie modifiche ai decreti "sicurezza" di Salvini - QdS

Verso ampie modifiche ai decreti “sicurezza” di Salvini

redazione web

Verso ampie modifiche ai decreti “sicurezza” di Salvini

mercoledì 01 Luglio 2020

Si volta pagina grazie all'accordo trovato in maggioranza dopo l'apertura del Movimento cinque stelle. Il nove luglio una nuova riunione per mettere a punto i dettagli. La ministro dell'Interno Lamorgese alla Ue: dare regole alle ong

Svolta nella maggioranza sulle modifiche ai cosiddetti “Decreti sicurezza” imposti dall’allora ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini.

Ieri al tavolo del Viminale è emersa la volontà dei Cinquestelle di procedere a modifiche sostanziali, dopo il muro iniziale.

Nel prossimo confronto, fissato per il nove luglio, la ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese si presenterà con un nuovo testo di mediazione (nella bozza in discussione si parla di dossier immigrazione, la sicurezza non viene nominata) dove troveranno spazio l’ampliamento dei permessi speciali a chi rischia di subire “trattamenti inumani e degradanti” nel proprio Paese; il dimezzamento dei tempi di trattenimento nei Cpr (da 180 a 90 giorni); l’iscrizione all’anagrafe comunale per i richiedenti asilo; l’allargamento dell’accoglienza nel Siproimi; l’intervento sulla ‘tenuità del fatto’ chiesto da Mattarella.

Sul resto si vedrà.

Improbabile, però, che il dl sia portato in Consiglio dei ministri prima di settembre: l’ingorgo parlamentare ne metterebbe a rischio la conversione.

Lamorgese, dare regole alle Ong

Ovviamente la Lega Nord ha parlato di “regali ai trafficanti” mentre i migranti, spinti dalla paura e dagli scontri in Libia, continuano a partire dal Nord Africa raggiungendo la Sicilia prevalentemente con sbarchi autonomi, come avveniva ai tempi di Salvini, che aveva “chiuso i porti” soltanto alle Ong.

A proposito di Organizzazioni non governative, Luciana Lamorgese sta pressando l’Europa per arrivare a “regole precise e comuni” per le navi umanitarie, con la responsabilizzazione degli Stati di bandiera e un meccanismo di ricollocamento obbligatorio tra i 27 Paesi dei migranti che sbarcano.

“Abbiamo inviato a Bruxelles – ha fatto sapere – idee e proposte con l’obiettivo di superare il principio di responsabilità del Paese di primo approdo e promuovere regole per gli Stati bandiera cui dovrebbero attenersi le navi private”. La scommessa, riguardo quest’ultimo punto, è varare una sorta di Codice per le ong: le navi dovranno avere dotazioni adeguate ed equipaggi formati, gli interventi devono essere coordinati dal Centro marittimo competente, nel caso anche quello libico; gli Stati di bandiera dovranno indicare il porto sicuro ed impegnarsi ad accogliere i migranti che sbarcano in un altri Paesi.

Compattezza del M5s su un documento

Il M5S, che ha sensibilità diverse al suo interno sul tema migranti, ha trovato compattezza su un documento che ieri è stato mandato all’Ufficio legislativo del Viminale, dove erano già arrivati testi analoghi di Pd, Leu e Iv.

Giuseppe Brescia, che sta seguendo il tavolo per i Cinquestelle, ha spiegato: “vogliamo un decreto ordine e integrazione, perché solo ordine e integrazione creano vera sicurezza”.

La proposta M5S mira in particolare a “ridurre drasticamente i cinquemila centri di accoglienza straordinaria (Cas) presenti in Italia e riorganizzare il sistema dell’accoglienza”.

Via dunque i grandi centri (limite di cento posti al massimo) a favore delle piccole strutture diffuse sul territorio, sul modello dello Sprar, che funzionava e che era stato cancellato da Matteo Salvini per realizzare il Siproimi aperto ai soli rifugiati.

I pentastellati sostengono inoltre la convertibilità di tutti i permessi di soggiorno in permessi per motivi di lavoro, la concessione del soggiorno anche per “comprovata integrazione quando lo straniero abbia dimostrato di essere radicato nel territorio nazionale e integrato”, il calo delle sanzioni alle navi ong da un milione di euro a un massimo di cinquantamila euro.

Soddisfatto, a nome del Pd, il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri.

“La cosa più importante – ha sottolineato – è che oggi si è sancita in modo definitivo la volontà di tutte le forze di maggioranza di andare ben oltre i rilievi espressi dal capo dello Stato sui Decreti Salvini (che era la precedente ‘linea del Piave’ del M5S, ndr), intervenendo in profondità per azzerare gli effetti negativi che hanno determinato”.

Federico Fornaro (Leu), ha parlato di “significativi passi avanti senza veti da parte di nessuno e con la disponibilità, da parte di tutti, all’ascolto e al confronto. Rimangono delle divergenze ma le modifiche ai decreti Salvini non saranno, come da noi richiesto, solo un’operazione di facciata”.

Anche Davide Farone (Iv), ha riferito di “passi avanti”, giudicandoli però “non sufficienti” e spingendo sull’introduzione dello ‘ius culturae’.

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