Viadotto Himera riaperto, "alla Regione si dimettano tutti" - QdS

Viadotto Himera riaperto, “alla Regione si dimettano tutti”

redazione web

Viadotto Himera riaperto, “alla Regione si dimettano tutti”

venerdì 31 Luglio 2020

Lo ha detto il viceministro Cancelleri. L'assessore Falcone, "dimissionario da due giorni, spettacolo surreale". Il governo Musumeci diserta l'inaugurazione e la ministro De Micheli dichiara, "dispiace, superare le posizioni personali"

Inaugurazione tra le polemiche quella, da parte dell’Anas, del nuovo viadotto Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, alla presenza della ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli.

Cinque anni fa alcuni piloni cedettero a causa di una frana e la chiusura del viadotto spezzò in due l’autostrada con notevoli disagi per la circolazione.

Il nuovo viadotto è lungo 270 metri, in acciaio su tre campate, ed è stato realizzato per scavalcare la frana, e ha comportato investimento di quasi tredici milioni di euro .

La Giunta Musumeci diserta l’inaugurazione

Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, così come il resto della sua Giunta, non era presente alla cerimonia. Da mesi tra Regione siciliana e Anas è in corso una dura polemica proprio sulla gestione dei tanti cantieri aperti nell’isola. Nei mesi scorsi, Musumeci aveva persino presentato una diffida nei confronti di Anas e il 29 maggio l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone (Fi) aveva dichiarato, a proposito del viadotto, “Se venisse realizzato e aperto al traffico entro il prossimo 31 luglio come previsto, mi dimetterò da assessore Regionale”.
Oggi Falcone, che ha ricordato di aver formalmente presentato le dimissioni – ovviamente respinte da Musumeci – due giorni fa, ha parlato di “spettacolo surreale” inaugurando “in pompa magna un viadotto che doveva essere completato già da oltre due anni, quell’Himera divenuto simbolo di inefficienza e delle trascuratezze di Anas e del Governo nazionale nei confronti della Sicilia”.

Cancelleri, alla Regione si dimettano tutti

“Le dimissioni di Falcone poi respinte rientrano in una vicenda stucchevole” ha commentato il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri (M5s), che ha rilanciato: “Penso che le dimissioni dovrebbero rassegnarle tutti quanti alla Regione, la montagna franata cinque anni fa, che fece sedere i piloni del ponte Imera, sta ancora lì e non hanno mosso un dito”.

E Giorgio Pasqua, capogruppo pentastellato all’Ars, ha detto che l’assenza della Regione “è l’immagine plastica e rissosa di una Giunta che non riesce a gioire del bene comune. Un incomprensibile atteggiamento polemico cominciato con la fasulla promessa di dimissioni”.

De Micheli, l’assenza della Regione è spiacevole

“Mi dispiace – ha commentato invece la Ministro – l’assenza del governo regionale, non c’era alcun motivo per essere assenti: questa è un’opera che serve a tutti i siciliani e a tutti coloro che vorranno godere le bellezze di questa terra. Non va bene, quando si fanno le cose per le persone bisogna esserci, la collaborazione istituzionale venga prima delle posizioni personali”.

Orlando, confermare collaborazione tra Istituzioni

“Certamente – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presente alla cerimonia – non siamo qui per festeggiare ma per confermare una fattiva collaborazione tra le istituzioni e, soprattutto, per chiedere che si accerti la responsabilità dei ritardi. Ci siamo trovati infatti di fronte a tanti progetti sbagliati qui e altrove. È necessario che le istituzioni collaborino perché solo con la collaborazione si possono affrontare i problemi della Sicilia, a partire da quello della cosiddetta viabilità secondaria e le ex strade provinciali”.

De Micheli, per la Sicilia pronti quasi diciotto miliardi

“Il Governo – ha ricordato Paola De Micheli – sta facendo un grande sforzo per superare definitivamente il gap del Sud con le aree del Nord. del Paese. Per la Sicilia ci sono 17,7 miliardi, quasi undici per le ferrovie. In a ottobre ci sarà la gara per il tratto Palermo-Catania-Messina e stiamo chiedendo fattibilità per completare l’anello di tutta la costa siciliana”.

Simonini (Anas), su questa autostrada investimenti importanti

“Su questo tratto di una autostrada – ha detto l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini – abbiamo investimenti importanti che comportano l’apertura di tanto cantieri. E’ stato un percorso complesso: alle criticità legate all’iter autorizzativo si sono aggiunti la crisi finanziaria delle imprese e la pandemia, con la difficoltà di reperire uomini e materiale. Il calvario purtroppo non è finito, ma dobbiamo mettere a posto l’autostrada, sono impegni per noi è per gli utenti. Questo lavoro non si fanno dal giorno alla notte. Se vogliamo fare lavori purtroppo dobbiamo pagare dei rallentamenti”.

“Stiamo lavorando molto, in Sicilia come per resto il d’Italia – ha aggiunto Simonini – con lentezze dovute alle imprese: stiamo dando il trenta per cento di anticipazioni proprio per spingere le aziende a lavorare anche di notte, non tutte hanno le forze”.

“In Sicilia – ha concluso – abbiamo 76 cantieri, 71 di manutenzione programmata e 5 nuovi lavori per un investimento di quasi un miliardo e mezzo di euro. Stiamo lavorando per il Paese e per quest’Isola”.

Il crollo di cinque anni fa e le polemiche

La pioggia incessante, il costone che frana. Terra e fango si abbattono sui piloni, il viadotto Himera si piega. L’autostrada A19 Palermo-Catania, spezzata in due così come i collegamenti stardali in Sicilia.

Era il 10 aprile del 2015.

Cinque anni di polemiche, lavori, ritardi, rinvii. Doveva essere riaperto nell’aprile scorso. Il lockdown ha bloccato tutto. Sfumata l’ipotesi maggio, si puntava a luglio. I primi, poi fine mese. Tanto scetticismo.

In mezzo rimpalli di accuse tra Regione e Anas. Tra ministero per le Infrastrutture e governo regionale.

Polemiche a parte, ci sono voluti cinque anni per rimettere in piedi il viadotto, la cui chiusura ha creato tantissimi disagi, tra le proteste dei sindaci.

La chiusura aveva costretto gli automobilisti a raggiungere Polizzi Generosa per superare il viadotto per poi rimettersi in autostrada. Una trentina di chilometri di strade di montagna, un’ora di odissea.

Poi arrivò la “trazzera” di Caltavuturo, costruita con i fondi dei deputati del gruppo parlamentare dei 5stelle: un percorso tortuoso e in pendenza che comunque ha permesso di abbattere di molto i tempi per riprendere l’autostrada.

Ci vollero sette mesi prima per l’Anas per costruire un bypass, spesa da 7,4 milioni, per scavalcare la carreggiata del ponte e immettersi in autostrada da una rampa. La carreggiata per Palermo fu riaperta dopo più di un anno dalla frana. I lavori di ricostruzione, pari a 11 milioni di euro, sono stati avviati a maggio del 2018: dovevano concludersi tre mesi fa.

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