ROMA – Ultimamente prenotare le vacanze ha un rischio imprevedibilità ancora più alto rispetto al passato tra nuova diffusione dei contagi, instabilità geopolitica e problematiche organizzative delle compagnie (che durante la pandemia avevano licenziato molto personale).
“Questo però – avverte l’Unione nazionale consumatori – non deve farci desistere dall’organizzazione delle nostre vacanze, è solo importante adottare alcuni accorgimenti per evitare che l’imprevisto rovini completamente i nostri piani. Ecco dunque una serie di consigli per evitare di trovarsi impreparati”.
Sempre più consumatori scelgono il viaggio “fai da te” per prenotare le vacanze: acquistando in autonomia i biglietti per il trasferimento (nave, aereo o treno) e prenotando nella struttura prescelta senza passare da tour operator o agenzie di viaggio.
Rispetto ai trasferimenti (aereo, treno, traghetto) è meglio scegliere tariffe che consentano la cancellazione o la variazione della data di partenza. Queste opzioni hanno dei costi più elevati rispetto alla tariffa standard, ma in tempo di pandemia la flessibilità del viaggio è elemento fondamentale.
Per alcune destinazioni potrebbe essere richiesto di fare il tampone nei giorni precedenti o di possedere un green pass: i consumatori hanno quindi diritto ad essere informati in modo chiaro e con largo anticipo su queste condizioni ad opera della compagnia aerea (o di navigazione). Ma è comunque bene informarsi presso le autorità competenti.
Per quanto riguarda la prenotazione dell’alloggio, è meglio scegliere le cosiddette “tariffe piene” che permettono, pagando un po’ di più, di cancellare la propria vacanza anche nell’imminenza del check-in. In ogni caso prima di prenotare le vacanze, vista la situazione, si può chiedere per iscritto alla struttura cosa prevede in caso di annullamento per Covid.
Tutt’altro discorso vale per chi sceglie di prenotare le proprie vacanze affidandosi ad agenzie di viaggio o tour operator: in questi casi l’interlocutore per il consumatore è l’agenzia o il tour operator e non il fornitore del singolo servizio (quindi trasporto o struttura alberghiera).
“Ogni anno – sottolinea l’Unione nazionale consumatori – ai nostri sportelli riceviamo centinaia di segnalazioni di consumatori truffati per una casa vacanza fantasma. Il rischio è infatti quello di pagare per una casa vacanze inesistente e quindi di subire una vera e propria truffa”.
In generale possiamo dire che se le vacanze sono annullate a causa di nuove restrizioni comunitarie negli spostamenti o all’eventuale decisione di altri Paesi stranieri di precludere l’ingresso ai turisti, il consumatore ha diritto al rimborso o a un voucher; se invece è il consumatore a decidere di non partire perché ha cambiato idea o non si sente sicuro, pur non essendoci restrizioni potrebbe essere difficile recuperare l’anticipo versato: tutto dipende dal contratto che abbiamo firmato (che prevede correttamente una caparra) e non contenga clausole vessatorie. Conviene in ogni caso comunicare per iscritto l’annullamento e se necessario chiedere l’aiuto dei nostri esperti.
Nel caso del consumatore che non può partire perché è positivo al Coronavirus è consigliabile inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’albergo spiegando la situazione, allegando il certificato medico che attesta la malattia (o la quarantena) e chiedendo il rimborso che tuttavia è soggetto a quanto previsto nel contratto, salvo il caso che il consumatore sia assicurato per questi inconvenienti.
La situazione è più semplice per i viaggi aerei perché c’è una norma del codice della navigazione che prevede, nel caso in cui non si possa partire perché positivi al Covid o per un’altra malattia, il diritto al rimborso totale del costo del biglietto. Quindi, generalmente, se si è acquistato solo il viaggio aereo si ha diritto al rimborso che secondo la legge deve essere in contanti anche se alcune compagnie stanno optando per i voucher. La norma in questo caso è molto chiara e il consumatore ne viene fuori tranquillamente.