Una colata bene alimentata fuoriesce da un frattura che si è aperta in maniera quasi longitudinale, dalla cima alla base, nel nuovo cratere di Sud-Est
Una nuova spettacolare fase eruttiva sull’Etna è in corso da un frattura che si è aperta in maniera quasi longitudinale, dalla cima alla base, nel nuovo cratere di Sud-Est.
Una colata bene alimentata fuoriesce dall’apertura dirigendosi verso il desertico versante sud del vulcano attivo più alto d’Europa, puntando verso i monti Barbagallo e Frumento Sud.
Il fronte più avanzato ha raggiunto quota 2.600 metri.
Dalla frattura si registrano boati ed emissione di cenere che sospinta dal forte vento d’alta quota si dirige verso est, sul mare, ma non è presente il fenomeno delle fontane di lava.
A scopo precauzionale l’Osservatorio etneo-Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Oe-Ingv) di Catania ha posto il massimo livello di allerta per gli spazi aerei che però, al momento, non impatta con l’operatività dell’aeroporto di Catania.
Assente sul vulcano l’attività sismica, per gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania l’attuale quadro eruttivo dell’Etna, che al momento si svolge tutto nella zona sommitale senza costituire un pericolo per cose o persone, richiama quello degli inizi del 2017 conclusosi nell’aprile dello stesso anno.
Intanto il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio di livello di allerta da “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria, al livello “giallo” per il vulcano Etna, e la conseguente attivazione della fase operativa di “attenzione” secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di emergenza.
La decisione è stata adottata, alla luce delle valutazioni emerse, durante la riunione straordinaria con i Centri di Competenza e il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana.
L’innalzamento del livello determina il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano e l’attivazione di un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile.
La valutazione – spiega la Protezione civile – è basata sulle segnalazioni delle fenomenologie e sulle valutazioni di pericolosità per il persistere una situazione di potenziate disequilibrio del vulcano.
Occorre quindi tener presente che i passaggi di livello di allerta possono non avvenire necessariamente in modo sequenziale o graduale, essendo sempre possibili variazioni repentine o improvvise dell’attività.