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Riscaldamento globale e uragani in Sicilia, vulcano Canarie può interferire

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Riscaldamento globale e uragani in Sicilia, vulcano Canarie può interferire

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giovedì 18 Novembre 2021

Il geologo Fazzini analizza gli ultimi eventi climatici in Sicilia: qualora l’attività dovesse continuare per altri 5-6 mesi potrebbe intervenire sul raffreddamento momentaneo dell’alta troposfera

“Quanto è accaduto nelle ultime ore in Sicilia è testimonianza della notevole quantità di energia termica a disposizione del sistema Terra – Atmosfera – Mediterraneo, anche a fine Novembre.

Allo stato attuale
non influisce l’attività vulcanica del Cumbre ma qualora dovesse continuare per
altri 5 – 6 mesi, la sua attività potrebbe influire sul raffreddamento
momentaneo della troposfera”. Lo sostiene Massimiliano Fazzini (geologo
– climatologo – Responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società
Italiana di Geologia Ambientale).

“Nel giro di quasi
un mese in Sicilia abbiamo avuto ben tre eventi fortissimi: il primo ha solo
assunto caratteristiche di ciclone simil tropicale pur manifestando notevole
energia, dando la pioggia di un anno nel catanese, il secondo rientra in
precipitazioni abbondanti, magari anche eccezionali ma nell’ambito di una
normale ciclogenesi mediterranea.

L’ultimo evento
invece dimostra la notevole quantità di energia termica a disposizione del
sistema Terra – Atmosfera – Mediterraneo, anche a fine Novembre. Trombe d’aria
a 10 giorni dall’inizio dell’Inverno Meteorologico anche se stiamo in Sicilia
rappresentano davvero un fatto molto strano”.  

Fazzini è intervenuto in modo chiaro anche sull’attività
vulcanica del Cumbre Veja che è in corso sull’isola La Palma alle Canarie che è
in corso da circa 2 mesi.

 “L’eruzione
del vulcano Cumbre non è molto estesa in verticale perché non arriva in
stratosfera. Però – ha concluso Fazzini – qualora l’attività dovesse
continuare per altri 5-6 mesi potrebbe intervenire sul raffreddamento
momentaneo dell’alta troposfera. Al momento non si possono fare paragoni con le
attività del Tambora risalente al 1815 e del Krakatoa del 1883 o ancora del
Pinatubo del 1991 che ebbero ovvie ripercussioni sul clima dei successivi 24
mesi”.

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