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Willy, i presunti assassini ricevevano il reddito di cittadinanza

redazione web

Willy, i presunti assassini ricevevano il reddito di cittadinanza

venerdì 18 Settembre 2020

I fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli avevano ottenuto oltre trentatremila euro. Ma non toccavano loro e lo Stato ne recupererà quasi ventinovemila. L'avvocato dei Bianchi, "mai ricevuto". Di Maio, basta polemiche sulla misura

Avevano percepito indebitamente oltre trentatremila euro come reddito di cittadinanza i quattro presunti assassini di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, nel Lazio. Il giovane venne ucciso a calci e pugni per aver cercato di evitare una lite.

In base a quanto si apprende i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, avrebbero “omesso di indicare nelle autocertificazioni compilate dati dovuti, creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio”.

Alla luce di una serie di accertamenti la Guardia di Finanza di Colleferro li ha denunciati alla procura di Velletri per violazione della legge che regola il reddito di cittadinanza e li ha segnalati all’Inps per il recupero di quanto non dovuto, quasi ventinovemila euro.

“Non abbiamo mai ricevuto o chiesto il reddito di cittadinanza” avrebbero però affermato Marco e Gabriele Bianchi agli inquirenti, secondo quanto riferisce il loro avvocato, Massimiliano Pica.

I due, assieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono accusati di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte.

“In sede di interrogatorio i miei assistiti – spiega Pica – hanno affermato di non avere mai ricevuto il reddito di cittadinanza. Di non sapere neanche di cosa si tratta”.

“Quello che è successo in queste ore – ha detto in tv Luigi Di Maio – che queste famiglie, non i quattro presunti assassini, prendono il reddito di cittadinanza, è una cosa inaccettabile. I controlli si devono intensificare, anche quelli fiscali, perché non versavano nulla all’erario e hanno avuto probabilmente dei bonus. Io sento campagne diffamatorie sul reddito di cittadinanza, non trattiamo chi lo prende come un criminale. C’è sempre un attacco politico a questo strumento”.

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