Zes, in Sicilia un grande passo in avanti per lo sviluppo economico - QdS

Zes, in Sicilia un grande passo in avanti per lo sviluppo economico

Roberto Pelos

Zes, in Sicilia un grande passo in avanti per lo sviluppo economico

mercoledì 17 Giugno 2020

Dopo la firma del decreto istitutivo da parte del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, l’assessore regionale per le Attività produttive Turano commenta la nascita delle Zone economiche speciali, “Intendiamo promuovere le attività estrattive, manifatturiere, logistica e servizi”

PALERMO – “Le Zes rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo regionale. Serviranno a rendere la Sicilia non solo attraente e bellissima com’è, ma anche attrattiva di capitali, attività, persone, lavoro, nuove imprese per lo sviluppo”.

Lo ha detto Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud, che ha firmato il decreto istitutivo delle Zone Economiche Speciali (Zes) per la Regione Sicilia. “Sono particolarmente orgoglioso di questa firma, che la Sicilia aspettava da tempo e che cade in un momento assai delicato per le imprese, i lavoratori e le famiglie, in cui ogni nostra energia deve essere dedicata al rilancio dell’economia dell’Isola”, ha sottolineato il Ministro.

Secondo il ministro, “Ora, si apre una grande opportunità per il Sud e la Sicilia. Le risorse non mancano, a partire da quelle nazionali ed europee della coesione già disponibili, che spero la Regione voglia riprogrammare per l’emergenza seguendo gli accordi che tutte le altre Regioni stanno sottoscrivendo con il mio Ministero. E soprattutto dobbiamo attivare capacità progettuale per intercettare quelle che arriveranno con il Recovery plan. La sfida – conclude – è accelerare la spesa, recuperando i ritardi. Spendere bene e rapidamente per fronteggiare meglio la crisi e ripartire”.

Le Zes saranno due, una per la Sicilia Orientale e una per la Sicilia Occidentale, per un totale di quasi sei mila ettari tra aree portuali, retroportuali e zone di sviluppo industriale.

Secondo il governatore, Nello Musumeci, la firma del Ministro Provenzano “è l’epilogo di un laborioso lavoro portato avanti negli ultimi due anni dal mio governo, attraverso gli assessorati per le Attività produttive e per l’Economia, in collaborazione con le Autorità portuali e le organizzazioni di categoria. Si passa adesso alla fase operativa che dovrà rendere concreta questa straordinaria opportunità per le imprese che ricadono nel territorio delimitato.

Nei prossimi giorni, presenteremo un disegno di legge per concedere il credito d’imposta aggiuntivo a chi verrà a investire nelle nostre due Zes. Con il ministro Provenzano definiremo presto il crono-programma affinché si possa passare dalla pianificazione alla attività di sostegno”.

Sul tema abbiamo intervistato Mimmo Turano, assessore regionale alle Attività produttive.

Assessore, quali saranno a suo avviso i tempi per la costituzione delle Zes?
“Le Zes Sicilia occidentale e Sicilia orientale con l’approvazione del ministero per il Sud sono ormai una realtà. Adesso attendiamo di ricevere il decreto di istituzione e soprattutto la nomina dei commissari governativi che si occuperanno materialmente di far partire le due Zes siciliane. Mi auguro che adesso si faccia presto, abbiamo atteso quasi un anno il via libera alle Zes anche se per onestà intellettuale dobbiamo dire che a Roma c’è stato anche un cambio di governo”.

Ci sono delle attività imprenditoriali alle quali, secondo lei, bisognerà dare priorità all’interno delle Zes siciliane? E se sì quali?
“I settori che la Regione intende promuovere all’interno della Zes e le attività di specializzazione che intende rafforzare sono quelle concernenti le attività estrattive, manifatturiere, logistica e servizi e sono indicati chiaramente nei piani strategici delle due Zes siciliane. L’obiettivo è promuovere i settori che possono considerarsi centrali per lo sviluppo della base produttiva regionale e soprattutto per la riduzione del suo grado di dipendenza strutturale. Vogliamo rafforzare quindi tutti quei settori che possono assicurare nel lungo termine una riduzione dell‘attuale livello di dipendenza così come espresso dall’incidenza delle importazioni nette sul Pil regionale”.

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