Le disposizioni concernenti l’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia sono al giro di boa. Martedì si riunirà il Comitato regionale per le Zfm
Le disposizioni concernenti l’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia sono al giro di boa. I senatori D’Alfonso, Fenu e Di Piazza in quattro punti, inequivocabili, precisano il percorso politico “dell’esperienza amministrativa” che il Governo regionale dovrebbe compiere.
Sul tema interviene anche l’ambientalista Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell’Agricoltura.
Intanto, il Comitato regionale (sindaci e associazione zfm Sicilia), si è dato appuntamento per martedì 16 novembre a Palermo, nei pressi di Palazzo d’Orleans.
Luciano D’Alfonso, eletto in Abbruzzo, è il presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Emiliano Fenu, sardo, è il relatore in Commissione della legge voto, incardinata alle VI in sede redigente. Stanislao Di Piazza, già Sottosegretario al Lavoro nel Conte Bis è l’unico siciliano componente la Commissione ed è membro dell’Ufficio di presidenza.
I tre senatori, in una nota indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, hanno segnato il punto di svolta del complicato e estenuante iter legislativo, istitutivo le zone franche montane in Sicilia.
“L’istruttoria – scrivono – va conclusa con una comunicazione da parte degli organi di Governo della Regione Siciliana, che accetti la formulazione che gli Uffici della Ragioneria generale dello Stato hanno delineato, interpretando le aspettative dell’organo parlamentare (la Commissione Finanze e Tesoro, ndr) e del delegato del Governo (Alessandra Sartore, Sottosegretaria al MEF, ndr).
L’atteso via libera della Ragioneria si fonda “sulle risorse preordinate dell’accordo Stato-Regione”.
Nel secondo punto i componenti la VI Commissione si “permettono di suggerire” a Musumeci “di far decollare celermente la norma e la successiva esperienza amministrativa e attuativa”.
Si dichiarano ottimisti: “Prevarrà la riuscita della sperimentazione”, condizione che faciliterà “l’individuazione e la destinazione delle ulteriori risorse finanziarie”.
Al momento quelle che sarebbero state individuate – cento milioni di euro, secondo il Comitato regionale – sono state inserite nella Legge di stabilità 2022, “a titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità”.
Su queste risorse, o su altre che si vorranno utilizzare per far partire la Legge dal 1 gennaio 2022, si dovrebbe esprimere il Governo regionale.
Ai rappresentanti della Commissione non è sfuggito che in atto vi è una “dialettica divisiva sulle risorse finanziarie”, da destinare alla parziale copertura della Legge.
“Si rischia di restringere i margini di manovra della Ragioneria prima e della Commissione Bilancio del Senato”, scrivono al terzo punto.
Insomma, l’incertezza non permette alla Commissione Bilancio, presieduta da senatore Daniele Pesco, di esprimersi favorevolmente e di rendere il parere ai colleghi della VI, per l’approvazione definitiva e il passaggio in Aula per il voto finale.
Nell’immediato (il quarto punto), D’Alfonso, Fenu e Di Piazza, preoccupati di “superare definitivamente le incertezze che l’iniziativa di Legge non merita”, propongono “un confronto a quattro voci”.
Sulla fiscalità di sviluppo da destinare alle Terre alte di Sicilia interviene anche l’ambientalista Alfonso Pecoraro Scanio, ex Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente poi, con Amato e Prodi.
«Le zone franche montane hanno una forte valenza sociale e ecologica. – riferisce a QdS.it – Lo spopolamento è un dramma con costi ambientali decisamente superiori all’investimento nella fiscalità di sviluppo».
«La norma – conclude Pecoraro Scanio – dovrebbe essere replicata a livello nazionale per i piccoli centri di Appennini ed Alpi, in grave spopolamento. La mobilitazione dei sindaci è essenziale per difendere la vita di queste comunità».
Anche il Comitato regionale per l’istituzione delle zfm in Sicilia è venuto a conoscenza dell’interlocuzione tra i componenti la VI Commissione e il presidente Musumeci e tra D’Alfonso e Musumeci, che si sono confrontati mercoledì scorso a Palazzo Madama.
“Basta ulteriori tergiversazioni sulle risorse finanziarie da destinare alle zone franche montane della Sicilia e basta con il gioco del rinvio. – scrivono in una nota – Si chiede un sussulto di responsabilità per non vanificare il raggiungimento dell’obiettivo che, dopo questa lettera inviata al Presidente della Regione, è davvero alla portata di mano”.
Il Comitato ribadisce che “non ci sono impedimenti e che, dopo il gran lavoro fatto in oltre 2400 giorni, è giunto adesso il tempo della decisione finale che rimane tutta in capo al Presidente della Regione per dare il via libera definito all’approvazione della norma, dato che in sede di Commissione Finanza del Senato e di MEF, tutte le problematiche sono state affrontate e risolte positivamente. La Sicilia non può perdere quest’occasione storica. In caso contrario, sarebbe un ulteriore grave arretramento per la speranza di cittadini siciliani a continuare a vivere nelle terre alte di Sicilia. Il tempo è adesso”.
L’appuntamento, per i protagonisti di questa complicata storia, è a Palazzo d’Orleans, martedì 16 novembre dalle ore 10:30.
«Anche sotto l’ombrello – fa sapere il Comitato – speriamo insieme alla deputazione regionale e alle organizzazioni regionali datoriali e sindacali. Non possiamo permetterci di perdere questa opportunità storica. Potrebbe non ripresentarsi».