Pezzi di Pizzo

Il segreto del voto

La legge Zan non è passata. È stata bocciata al Senato tramite il cosiddetto voto segreto. È un sistema di voto che non permette di identificare chi vota e cosa vota.

Per cui coloro che affossano una norma, indipendentemente dalla posizione espressa pubblicamente dal proprio partito, vengono chiamati “franchi tiratori”.

In realtà è una contraddizione in termine, visto che essendo nascosti dal sistema di voto, tutto possono essere tranne che franchi, cioè sinceri.

L’origine del nome viene dal gergo militare, che definiva piccoli gruppi che sparavano autonomamente rispetto alle posizioni in campo. Furono utilizzati nella guerra Franco-Prussiana del 1870, e particolarmente usati dal contingente, l’esercito dei Vosgi, di Giuseppe Garibaldi, che di guerre non se ne faceva scappare una.

Questa modalità di voto è regolarmente prevista dai regolamenti delle Camere non è una forzatura particolare. Ma a che serve? A consentire che un parlamentare voti in dissenso al suo partito senza poterne essere identificato, e quindi sanzionato. Il caso più eclatante, negli ultimi tempi, furono i 101 franchi tiratori che affossarono l’ascesa di Prodi al Quirinale.

Ma perché oggi questo sistema di voto, che in passato era più limitato, è così usato? Perché i partiti non esistono più. Una volta erano il luogo di confronto di idee politiche ed era ammessa anche la posizione contraria di un singolo o di un gruppo. In maniera palese, senza segreti o maschere dietro cui nascondersi. Si veniva eletti con il sistema proporzionale con le preferenze e ciascun parlamentare era realmente rappresentativo di chi lo aveva personalmente votato. E quindi poteva votare secondo la propria coscienza, anche palesemente in dissenso al proprio gruppo parlamentare.

Si chiamava democrazia rappresentativa. Dal 1994 in avanti, con leggi pseudo maggioritarie, la prima fu il famoso Mattarellum, si viene cooptati dalle segreterie di partito e non scelti dai cittadini. Infatti se si chiede al singolo cittadino, chi è il senatore o l’onorevole che ha votato, per la stragrande maggioranza, non si ottiene risposta. Pertanto il deputato eletto così, deve esclusivamente ammaccare il bottone, che esprime il voto, che il leader di turno ha indicato, pena l’esclusione dalle liste elettorali. Di fatto i parlamentari diventano un gregge, non rappresentativo di nessuna vera parte di cittadini, condotto al voto dal pastore capobranco, senza una coscienza di quello che fanno, perché non la possono avere a meno di perdere il posto. L’unica forma per votare diversamente dai diktat di partito è il nascondimento offerto dal voto segreto.

A proposito, i numeri dei partiti favorevoli alla legge erano, sulla carta, a disposizione, quindi i franchi tiratori sono stati nel Pd e nei 5stelle oltre a quelli di Italia Viva.

Giovanni Pizzo