Siracusa

Noto e Tropea unite dalla storia, ecco la singolare scoperta

Noto e Tropea, due città legate anche dalla storia. È la singolare scoperta che il sindaco netino, Corrado Bonfanti, ha voluto condividere con il primo cittadino calabrese, Giovanni Macrì. E lo ha fatto scrivendo una lettera.

“Caro collega, abbiamo tutti appreso con grande gioia il prestigioso riconoscimento a Tropea come Borgo più bello d’Italia e dunque come espressione di una straordinaria relazione tra terra e mare e tra architettura e paesaggio.  

“Credo che la capacità, di tradurre questa preziosa caratteristica estetica – culturale, architettonica e naturalistica – in coesione civile- aggiunge Bonfanti nella lettera -, attraverso la generazione di una nuova comunità consapevole, declina per tutti noi un nuovo possibile futuro, soprattutto nel decisivo processo di ricostruzione che non solo progettualmente ha senso chiamare “next generation”.

Oggi i luoghi e le città capaci di produrre un impatto estetico per le loro caratteristiche naturali e culturali rappresentano un serbatoio fondamentale nella costruzione di un percorso che guardi con serietà alle generazioni future”.

Poi il sindaco di Noto, rivela al collega di Tropea, la singolare scoperta che lega per sempre le due città, tra la Sicilia e la Calabria.

“E spesso questo svela anche delle singolari coincidenze… scrive Bonfanti al sindaco di Tropea -. La Noto barocca – che in questi miei dieci anni di mandato ho provato ad affermare nel mondo come “idea” di coerenza armonica tra forme, colori, cadenze del tempo e capacità amministrativa di valorizzarne le imponenti potenzialità, fino a renderla grande attore internazionale – ha uno dei suoi simboli nel Palazzo Nicolaci di Villadorata, che con i suoi strabilianti balconi, fioriti nel chiarore della pietra di Noto, è espressione di quell’audacia immaginifica che accompagnò la ricostruzione della città dopo il catastrofico terremoto del 1693.

E da dove proveniva questa storica famiglia che – giunta borghese in Sicilia nel XVI secolo, insediatasi a Noto, arricchitasi incredibilmente con la pesca e la gestione delle grandi Tonnare del Sudest siciliano, diventò talmente potente da imparentarsi con tutte le grandi famiglie aristocratiche dell’epoca, fino a raggiungere il titolo di Principe di Villadorata? Proveniva da Tropea ed esattamente dal borgo di Parghelia dove in origine il nome Nicolaci era “Colaci”.

In una delle numerose note rinvenute si dice testualmente che agli inizi del 1579, Gregorio, padre di Nicolò Giacomo e capostipite della famiglia Nicolaci di Noto, risulta già defunto. Lo attesta un atto notatile del 22 febbraio 1579 con il quale Girolama Cento, “mulier vidua relictìa quondam Gregorií de Nicolaci de casale nominato Parghilìa civitatis Tropie regni Calabrie” aveva venduto, con il consenso del figlio Nicolò Giacomo, un terreno recintato (clausuram) di sua proprietà sito a Parghelìa nella contrada “nominata di la tonnara”. Nell’atto, togato a Noto dal notaio Vincenzo de Lorenzo, si ribadisce che i fratelli Nicolo Giacomo e Apollonio Nicolaci sono originari <de dicto casale di Parchilia”.

Profondo è dunque il legame tra Noto e Tropea e le loro meraviglie, attraverso la lunga e illustre storia di una grande famiglia che ha segnato le vicende, la cultura e l’architettura dei nostri territori.

Questa circostanza – conclude il sindaco Bonfanti – rafforza ulteriormente l’abbraccio di Noto a Tropea, per il riconoscimento a Borgo più bello d’Italia, e mi induce ad auspicare che su questo legame storico si possa costruite un racconto, un progetto ed una consapevolezza che traggano dal passato idee e spazi nuovi per il futuro”.

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