Arriva l’estate, fuggono i turisti

PALERMO – Sarà un vizio tutto italiano quello che vede le pubbliche amministrazioni, in tempo di crisi, tirare la cinghia per far quadrare i bilanci, ma continuando a sperperare spese di funzionamento senza destinare "una lira" allo sviluppo. In Sicilia è un vizio ricorrente, specie nel settore turistico che ogni anno sembra farsi beffa di un patrimonio infinito di storia e natura, dai 64 siti monumentali ai 922 km di costa balneabile, alle 81 aree protette naturali, tutto di competenza regionale. Un settore che da solo potrebbe trainare il Pil siciliano, ridurre ai minimi termini i problemi di occupazione e trasformare la Sicilia in un’isola economicamente felice. Purtroppo la cruda realtà è ben diversa. Nel Bilancio di previsione 2012 le spese correnti ammontano a 57.228.000 euro, quelle per investimenti ad appena 790.000 euro. La colossale differenza si commenta da sola. (continua)