PALERMO – Il nome del blog è eloquente:
http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/. Quasi ogni giorno, viene pubblicata una lista di crimini commessi contro le donne. E, sfortunatamente, da qui si può desumere l’elenco dei 72 femminicidi che hanno macchiato la penisola da gennaio a giugno: madri, mogli, badanti, tante straniere, qualche prostituta. E qualcuna che è rimasta anonima, solo un’etichetta da apporre al “bollettino di guerra” da cui prende il nome il blog. Le loro storie sono state pubblicate in breve dal “Fatto Quotidiano”, che le ha ordinate in una lista nazionale.
Sono stati undici (più uno, commesso però a dicembre 2011) i delitti commessi finora in Sicilia. Più di uno ogni sette commessi in Italia, due al mese. Da Daniela Fiorentino, bimba di otto anni uccisa dal papà, a Rosa Amoroso, anziana ottantenne freddata dal figlio, le storie sono molto simili fra loro e spesso ruotano attorno alle relazioni familiari. Daniela, infatti, ha avuto come unica colpa quella di essersi trovata insieme alla mamma Stefania, alla nonna Nunzia e allo zio Hans nel momento in cui è scattata la follia nella mente del padre, che non ha resistito alla fine del suo matrimonio. Invece Rosa è stata uccisa insieme al marito da un figlio per motivi rimasti ignoti.
Uxoricidio è stato anche il caso di Rosetta Trovato, 38 anni: è stata strangolata, probabilmente dal marito disoccupato e già incriminato per aver tentato di uccidere il padre. Simile è il caso di Vanessa Scialfa, che ha avuto un grande risalto mediatico perché lei, ventenne, conviveva con il compagno di 15 anni più grande, che l’ha strangolata e poi gettata da un cavalcavia. Ha una sfumatura diversa quello della 73enne Elisabeth Sacchiano: l’anziana era malata gravemente da tempo e il marito l’ha soffocata, dichiarando poi che l’aveva fatto perché lei era depressa. Omicidi suicidi passionali sono quelli commessi dai partner di Maria Enza Anicito, 42 anni, e Rosanna Siciliano, 37 anni, con quest’ultima che è morta davanti alle figlie di 12 e 5 anni.
È rimasto avvolto nel mistero il caso della palermitana Antonietta Giarrusso, 63 anni, morta nel suo negozio di parrucche con delle forbici conficcate in gola: “Le modalità dell’omicidio – ha spiegato l’ispettore Carmine Mosca – fanno pensare a un assassino mosso da forti risentimenti personali e da un’estrema rabbia o rancore”. La morte dell’appena ventenne Loveth Eward, che di giorno faceva treccine ai capelli delle palermitane e di notte lavorava in strada, si ricollega a quello di Nike Favour Adekunle (avvenuto a dicembre) e della nuova tratta delle schiave che dalla Nigeria porta al giro della prostituzione siciliana. Il responsabile della morte di Nike è stato individuato e pare che volesse impedire la sua fuga a Roma con l’uomo che voleva sposare, quello di Loveth ancora no.
Chi s’impegna, malgrado la scarsità dei fondi, proprio per la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne continua intanto la sua attività. I centri antiviolenza Thamaia di Catania, Cedav di Messina e Le Onde di Palermo ospiteranno quattro delle undici tappe organizzate da Ravona, la Rete Antiviolenza Nazionale dell’Avon Foundation for Women, e patrocinate dall’associazione nazionale Dire, Donne in rete contro la violenza. Si tratta di incontri sulla violenza contro le donne e con il fine di sostenere i centri antiviolenza di tutt’Italia, specialmente quelli aderenti al Dire. “Potenziare i centri, rafforzare le donne” è lo slogan comune: nello specifico, il 10 ottobre e il 30 novembre alle Ciminiere di Catania si parlerà di “Un obiettivo contro la violenza sulle donne”, mentre il 24 novembre, in contemporanea, a Palermo si terrà l’incontro su “Parole con le ali, emozioni narrate dalle donne” e al palazzo della Cultura di Messina “La fantasia per dire no alla violenza contro le donne e agli stereotipi di genere: esprimiamoci attraverso l’arte”.
“Se andiamo a guardare questi dati – è l’opinione di Loredana Piazza, presidentessa del centro antiviolenza Thamaia di Catania –, confrontandoli con quelli degli anni scorsi, ci si rende conto che i valori oscillano: a volte sono poche le donne uccise, altre molte. In Sicilia non siamo diventati più o meno cattivi nei confronti delle donne, ma è vero che quest’anno il numero delle donne uccise è elevato rispetto agli anni scorsi e su questo si deve riflettere: a fronte di tanto parlare di violenza, non si è riusciti ad arginare il fenomeno. La mia lettura è che non ci si debba fermare, bisogni combattere, ma non tanto con leggi o moniti: il fenomeno è tutto culturale. È un paragone forte, ma anche la mafia è combattuta culturalmente. Questi omicidi non sono raptus di follia, ma sorgono spesso al momento del termine di una relazione o dopo maltrattamenti precedenti. Tra l’altro, è in approvazione al Senato un Ddl sull’affidamento condiviso che crea problemi e ha fatto sorgere dei movimenti di uomini separati che sostengono che la violenza di genere non esiste! Questa negazione dimostra che ancora siamo lontani culturalmente”.
Roberto Quartarone
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