Napolitano: “Si riprenda con la riforma elettorale”

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha lanciato una frecciatina ai partiti, ricordando loro che già a gennaio avevano assicurato un impegno per modificare la legge elettorale. Dal Colle è giusto così un sollecito ai presidenti delle Camere a procedere sulla strada della riforma, anche a maggioranza.
“Stanno purtroppo trascorrendo le settimane senza che si concretizzi la presentazione alle Camere – da parte dei partiti che hanno da tempo annunciato di voler raggiungere in proposito un’intesa tra loro – di un progetto di legge sostitutivo di quella vigente per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato”, lamenta Napolitano in una nota.
Il capo dello Stato ricorda che “su questa materia (e più in generale su quella di possibili modifiche istituzionali) consultai nel gennaio scorso i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ricevendone indicazioni largamente convergenti anche se non del tutto coincidenti a favore di una nuova legge elettorale”.
Infine, la sollecitazione a procedere sulla strada della riforma, anche se si dovesse arrivare a votare una riforma a maggioranza: “Mi auguro che l’autorevole opinione dei Presidenti delle Camere, nel loro continuo rapporto con i Presidenti dei gruppi parlamentari, possa concorrere a sollecitare la oramai opportuna e non rinviabile presentazione in Parlamento di una o più proposte di legge elettorale, anche rimettendo a quella che sarà la volontà maggioritaria delle Camere la decisione sui punti che non risultassero oggetto di più larga intesa preventiva e rimanessero quindi aperti ad un confronto conclusivo. Confronto che è bene non resti ulteriormente chiuso nell’ambito di consultazioni riservate tra partiti”.
Nei mesi scorsi sembrava che i partiti che sostengono il governo Monti avessero trovato una convergenza su una riforma elettorale su base proporzionale con sbarramento.
Dopo le amministrative di maggio però il Pd è tornato a premere per il doppio turno, l’Udc per il voto di preferenza, il Pdl invece ha ricostruito un rapporto con la Lega per inserire da subito il Senato federale in cambio di un appoggio per una riforma costituzionale presentata come il “semipresidenzialismo alla francese”.
Su questa divaricazione di proposte si è bloccata la presentazione di un disegno di legge riformatore comune, benché nelle ultime settimane siano emersi segnali di riavvicinamento.