Messina – L’elettrodotto avvolge le case e la cementificazione continua

MESSINA – L’attuale Piano regolatore generale e la scarsa vigilanza da parte degli uffici comunali competenti in materia di edilizia privata e pianificazione del territorio hanno accelerato il processo di cementificazione in riva allo Stretto. Si tratta di un fenomeno che, in questi ultimi dieci anni, ha interessato in modo particolare il territorio della V circoscrizione, già soggetto ad una prima colata di cemento a partire dalla fine degli anni ’80. Proprio in questo periodo, infatti,  ha inizio il calvario di coloro che acquistarono casa nelle palazzine di contrada Sorba (Annunziata alta), “scientificamente” realizzate a pochi metri da un elettrodotto. Virgolettiamo il termine perché, come dimostrano le foto che accompagnano il servizio, le ditte edili furono autorizzate a costruire a meno di dieci metri dall’impianto una schiera di palazzi a cinque piani ed una sola struttura a due piani per permettere ai cavi dell’alta tensione di passare in mezzo agli edifici, senza ostacolo alcuno. In realtà, quelle ditte non tennero in considerazione le problematiche legate all’esposizione alle fonti elettromagnetiche, senza il benché minimo scrupolo da parte di chi dovrebbe valutare i progetti e la loro sostenibilità ambientale.
L’elettrodotto di contrada Sorba, gestito da Terna S.p.a., è impianto da 380 mila chilovolt, la più alta tensione in uso in Italia per il trasporto di energia da e per la Sicilia, che nelle 24 ore prevede riscontri medi di induzione magnetica che vanno dai 3 ai 9 micro tesla. A vario titolo, Comune, Arpa e Apat, oggi Ispra, effettuarono, negli anni passati, delle rilevazioni per misurare i livelli di inquinamento elettromagnetico. Circa quattro anni fa, secondo il presidente della V circoscrizione, Alessandro Russo, gli uffici competenti dell’Ausl 5 rilevarono in quella zona un’alta incidenza di leucemia infantile, ma non fu accertato il legame con l’inquinamento elettromagnetico.
Un residente di contrada Sorba, intervistato durante un nostro sopralluogo, ci ha raccontato la storia di un giovane padre deceduto a causa di leucemia. L’art. 3 del D.P.C.M. dell’8 Luglio 2003 prevede che il limite consentito di esposizione della popolazione a campi magnetici dalla frequenza di rete sia di 10 micro tesla.
L’art. 4, invece, prevede un obiettivo di qualità (3 micro tesla) per tutelare l’esposizione alle nuove abitazioni, valore ampiamente superato dall’elettrodotto di contrada Sorba. Insomma, a Messina si è costruito e si costruirà dovunque.
Almeno fino al prossimo Piano regolatore che dovrebbe strappare la città dai tentacoli dell’edilizia privata. Organi comunali di controllo permettendo.
 

 
Una nostra accurata ricerca tra gli atti parlamentari ci ha permesso di risalire ad una interrogazione in Commissione Ambiente e tutela e Territorio della Camera dei Deputati, contenuta nell’allegato B ai resoconti della seduta del 15 Dicembre 2005. Durante la XIV legislatura, i deputati Fulvia Bandoli, Fabrizio Vigni e Valerio Calzolaio, in merito alla legislazione introdotta dal Governo sui campi elettromagnetici (D.C.P.M. 8 Luglio 2003), palesarono una serie di dubbi in merito allo stravolgimento della legge n. 36 del 2001, che garantiva il principio di precauzione per quanto riguarda la costruzione di alloggi nei pressi di fonti elettromagnetiche. I deputati chiesero al Ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, se fosse “a conoscenza della situazione in contrada Sorba Annunziata Alta in provincia di Messina, territorio nel quale è ubicato un elettrodotto da 380 chilo volt, la più alta tensione in uso in Italia, […] un impianto che dista circa 10 metri da alcune abitazioni”.