PALERMO – Un tip tap, è questa la danza che sembra animare i giorni afosi dei palazzi del potere isolani. Minosse ha fatto danno e qualcuno ha perso un po’ l’equilibrio. Il pensiero non può che volare al presidente Lombardo, il quale ha affermato che un giorno, nemmeno tanto lontano viste le imminenti dimissioni, vuole provare l’ebbrezza della cannabis e addirittura vuole prodursela da solo in quel di Ramacca. Un provetto Pannella in salsa autonomista. Ironie a parte, le smentite non sono tardate ad arrivare e qualcuno inizia a pensare che sia una strategia. Che il presidente abbia voluto strizzare l’occhio alle frange progressiste? Interpretazione fantasiosa, ma la sua apertura a un omosessuale a capo del Governo nazionale qualche sospetto l’ha fatto sorgere. Addirittura il Raffaele regionale si è spinto quasi a un endorsement verso Crocetta: “La Sicilia l’ha voluto europarlamentare e potrebbe senza dubbio diventare governatore”. Il destinatario di tali affermazioni a tal proposito ha dichiarato: “Il presidente viene intervistato da una trasmissione radiofonica e gli viene chiesto se la Sicilia è una terra omofobica. Facendo un ragionamento umano, e non politico, che condivido, afferma che una terra come la Sicilia sarebbe pronta a eleggere un presidente della Regione omosessuale”.
“Una dichiarazione contro l’omofobia – ha aggiunto l’ex sindaco di Gela – diventa il tema dell’inciucio e quindi la sponda a quello che sarebbe il candidato di Lombardo e dei filo-lombardiani. Mi pare un’interpretazione fuori dalla realtà”. Questa risposta sembrerebbe perentoria. Però ad alcuni giornalisti, che gli hanno chiesto di una possibile alleanza con il nuovo polo, ha risposto senza confermare né smentire: “Di queste cose è inutile parlare adesso. La mia candidatura si rivolge ai siciliani ed è sostenuta dai siciliani”.
E a questo proposito Crocetta ha ribadito la sua ferma intenzione di andare avanti nella corsa verso lo scranno più alto di Palazzo D’Orleans: “Io oggi sono candidato da migliaia di siciliani liberi, un movimento di donne e uomini che attraversa il Partito democratico, ma non solo. E questo movimento chiede le primarie per selezionare democraticamente la candidatura a presidente. Io sto in campo per liberare la Sicilia”.
Per quanto riguarda i rapporti con il proprio partito Crocetta ha precisato: “Io non ho nessuna intenzione di rompere con il Pd. La mia candidatura è sostenuta da buona parte della base, ma anche da dirigenti del partito, oltre che da diversi elettori siciliani che non voterebbero altri candidati democratici”. Infine sul tema delle alleanze in vista del voto l’onorevole ha chiarito: “Ma io mi chiedo come si possa, oggi, parlare di alleanze, quando ogni formazione politica ha un proprio candidato. Qualcuno inizi a ritirarsi, e poi ne parliamo”.
Intanto nel centrodestra, la situazione è addirittura più complicata. Mentre Berlusconi agita la politica nazionale, paventando un suo ritorno in campo, in Sicilia continuano le scissioni e l’ex Casa della Libertà si ritrova suddivisa in mille rivoli, tra cui è davvero complicato raccapezzarsi. E come se non bastasse, lo stesso Pdl è ormai una sorta di albergo con le porte girevoli, dove ognuno entra ed esce a proprio piacimento. Innocenzo Leontini, capogruppo all’Ars per il Popolo delle libertà, non ha rotto con il partito, ma le sue dichiarazioni fanno capire bene la situazione: “Rimango nel Pdl, ma farò una lista civica con il Pid e Grande Sud. Nel partito sono state promosse le primarie e poi sono state ritirate. È stata promossa la mozione di sfiducia al presidente della Regione ma è stata poi ritirata. Lombardo ha dichiarato che i rappresentanti dei partiti romani hanno fatto pressione perché lui non si dimettesse, ma nessuno ha smentito queste dichiarazioni”. E ancora sulla lista civica: “È un progetto politico che riguarda tutta la Sicilia, la mettiamo a disposizione della coalizione”.
Poi ai cronisti che gli hanno chiesto se la lista civica sia incompatibile con la sua permanenza nel Pdl, Leontini ha replicato: “Crocetta si è candidato alla Regione ma non ha lasciato il Pd, quindi anch’io posso rimanere al mio posto”. Ed entrando nel merito della candidatura dell’ex sindaco gelese ha tuonato: “Crocetta si propone come il nuovo, ma in realtà ha sostituito Cracolici e Lumia”.
A dar man forte a Leontini, ci pensa l’alleato Rudy Maira, segretario regionale di un altro mini movimento della costellazione siciliana, il Pid: “Il nostro progetto politico mira all’unità dei moderati in Sicilia. Con la nostra lista puntiamo a rafforzare un’area politica largamente maggioritaria nell’Isola. Il percorso che abbiamo dinanzi non sarà caratterizzato da strappi o rotture ma da spirito costruttivo per giungere ad una candidatura alla presidenza della Regione che sia condivisa e la più spendibile elettoralmente”.
E però, intanto, da Catania Gianfranco Miccichè di Grande Sud mette le mani avanti: “La manifestazione di oggi serve soprattutto per chiarire che Grande Sud ha un candidato alla presidenza della Regione. Siamo pronti a parlare con chiunque, ma bisogna trovare qualcosa di meglio perché io possa fare un passo indietro”. Ecco l’ennesimo candidato, sembra inesauribile la smania di protagonismo in quest’estate di passione. E mentre i politici continuano con questo tip tap, le lancette dell’orologio scorrono e le elezioni si avvicinano. Una certezza intanto c’è: Massimo Russo, appena nominato vicepresidente, reggerà l’esecutivo durante la prorogatio.
Antonio Leo
Twitter: @ToniBandini