Artigianato, in soli sei mesi in 721 hanno chiuso i battenti

PALERMO – Dal 1° gennaio al 30 giugno di quest’anno hanno chiuso i battenti 721 imprese artigiane siciliane. Il dato è ancora più grave se si considera che dal 2008 le aziende del settore nell’Isola sono diminuite di quasi quattromila unità.
Sono alcuni dei dati forniti nel corso dell’incontro “Più credito più crescita”, organizzato dalla Cna alla Camera di Commercio di Palermo. Un incontro per fare i punto sul sistema produttivo artigianale dell’Isola e dei suoi rapporti con il mondo del credito. Rapporti che, comunque, continuano ad essere difficili.
“Il costo del denaro è aumentato dell’1,4%, attestandosi al 7,4%”, ha spiegato Mario Filippello, segretario regionale della Cna, "in realtà i tassi del credito alle imprese stanno volando verso il 10%, costo insostenibile per il nostro sistema produttivo”.
Nel corso del 2012 in Sicilia, secondo i dati forniti dalla Cna siciliana, le banche hanno impiegato circa 68 miliardi di credito di cui 31 miliardi alle imprese a fronte di una raccolta di risparmio di 56 miliardi di euro (depositi bancari e postali).
“Il tema del credito”, ha continuato Filippello “è stato al centro della manifestazione del 1o marzo scorso con sindacati e associazioni di categoria. Ma ancora pochissime risposte sono venute dalla Regione. Nella finanziaria 2012 ci sono solo 10 milioni per la Crias, 10 per la patrimonializzazione dei Confidi e 10 per l’abbattimento dei tassi di interesse per i Confidi. Ben poca cosa rispetto alle esigenze dell’economia”.
“Crias, Ircac, Fondo per il commercio, Irfis insieme ai confidi – ha aggiunto Filippello -, se utilizzati in maniera coordinata potrebbero rappresentare, gli strumenti di una nuova e più incisiva politica del credito della Regione”.