Informatizzazione nelle imprese agricole, solo l’1,69% delle siciliane è competitiva

PALERMO – Per aprire al mondo l’agricoltura siciliana c’è ancora molto lavoro da fare. Dai dati definitivi del sesto censimento dell’agricoltura risulta che solo l’1,69 per cento delle aziende agricole siciliane è “informatizzata”: 3.709 imprese su 219.677 registrate. In effetti, non è la situazione peggiore in Italia, la cui media si attesta sul 3,76 per cento. La percentuale è più bassa in Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata e di certo nemmeno la Regione “ammiraglia” (la Lombardia) ha una percentuale altissima (il 15,3 per cento, 8 mila su 54 mila).
 
Ha una gestione informatizzata dei servizi amministrativi la stragrande maggioranza di queste aziende, che sono quindi in possesso solo della base, un computer, con l’amministrazione gestita più con la tastiera che con la penna. L’utilizzo di internet, infatti, coinvolge meno della metà delle imprese “informatizzate”: appena 1.401. Strano ma vero, sono quasi duecento in più le aziende che hanno un sito internet. La compravendita su internet coinvolge ancor meno imprese: 881 vendono abitualmente i propri prodotti su internet, 1.128 invece acquistano prodotti e servizi per sé.
 
Altro capitolo riguarda la gestione informatizzata delle coltivazioni e degli allevamenti. Sono 1.447 le aziende siciliane, di cui un terzo concentrate nel Ragusano, quelle che gestiscono i campi con mezzi tecnologico-informatici; 531 (circa la metà concentrate tra Palermo e Ragusa) quelle che gestiscono in questo modo gli allevamenti.
Il dettaglio delle singole province dà un quadro molto variegato. Sette delle prime dieci province a livello nazionale sono lombarde (Lodi va oltre il 30 per cento), mentre in Sicilia, com’è facile immaginare da quanto finora detto, la provincia con più aziende informatizzate è Ragusa, l’unica che sfonda il muro del 5 per cento, con 686 aziende su 12.770 registrate. Si attesta al 50° posto a livello italiano, con una situazione simile alle province di Vicenza, Grosseto e Sondrio e poco meno brillante di Roma. 
Molto indietro si situano Siracusa (78° posto con il 2,7%), Catania (82° con il 2,3%) ed Enna (1,6%). Fanalino di coda è Agrigento: appena 281 aziende su 33.828 sono informatizzate, pari allo 0,83 per cento e poco meglio di Brindisi, Lecce e Vibo Valentia, in assoluto la provincia a connessione più lenta d’Italia.