Tra la gente, per la trasparenza e con un programma condiviso

A che punto è la definizione del programma?
“Abbiamo già abbozzato vari punti, partendo dal programma nazionale e regionalizzandolo. Su internet gli attivisti hanno espresso le loro idee e le loro modifiche rispetto a ogni punto, proponendone anche altri via e-mail. Adesso il gruppo-struttura le sta vagliando e poi verranno votate e scremate dagli attivisti attraverso la piattaforma Liquid Feedback, che crea una classifica delle proposte rispetto a quanti ‘mi piace’ riceve. In un weekend di settembre, partiremo con la condivisione del programma nelle piazze della Sicilia, per raccoglieremo le idee dei cittadini che non hanno internet. Sarà un programma il più possibile condiviso”.
E le liste?
“Già abbiamo i candidati, li abbiamo votati il 4 agosto. Abbiamo aperto le candidature a tutti, ne sono arrivate un centinaio. Bisognava presentare il curriculum e il casellario giudiziario e da questo ogni delegazione ha espresso una preferenza. Ne abbiamo scelti 80 e tra questi c’ero anch’io, che sono stato eletto candidato alla presidenza con 35 voti su 51 delegati”.
Come parteciperete al dibattito elettorale?
“Voglio confrontarmi, ma dobbiamo parlare ai cittadini e al pubblico. In tv andrò dove c’è una tribuna politica con regole di par condicio serie, perché noi non abbiamo le doti oratorie che hanno i politici e giocoforza veniamo sconfitti nel circo mediatico. Voglio comunque fare incontri in mezzo alla gente, con una platea di persone che fanno domande e possono capire chi parla la loro lingua e chi il politichese. Io non pagherei mai per fare un’intervista e i consiglieri dell’Emilia-Romagna lo hanno capito e hanno smesso, è un momento di distinzione che dobbiamo fare”.
Come vi comporterete con i rimborsi elettorali e gli stipendi da deputati?
“Rifiutiamo i rimborsi elettorali e i vitalizi. Ci autoridurremo lo stipendio a 2.500 euro, ma non potendolo rifiutare metteremo la parte eccedente in un fondo che sarà destinato a strutture pubbliche. Finanzieremo così progetti come l’apertura di corsie per ospedali in zone con alta densità tumorale e l’attivazione di registri tumorali, l’attivazione di corsi a scuola per lo studio della lingua braille, le nuove tecnologie in istituti di ricerca. I soldi devono tornare sotto forma di servizi”.
Commentando i punti del decalogo che proponiamo in questa pagina, quali soluzioni proponete per i conti regionali?
“Intanto, mi sembrano dei punti condivisibili e li sottoscrivo in pieno. Per i conti, bisognerà prendere visione di qual è l’entità del danno. Ci sono punti di vista divergenti e con 144 mila famiglie che dipendono dalla Regione dobbiamo capire cosa fare e dire. Il prossimo Governo non avrà la bacchetta magica, però potrà prendere delle decisioni in maniera diversa e cominciare a far pagare chi fino a oggi non ha mai pagato, come la politica. Ci sarà massima intransigenza, bisognerà analizzare i conti e fare un resoconto dettagliato ai cittadini, con comunicazioni periodiche con la popolazione. Se saltassero gli stipendi, come si paventa, sarebbe la rivoluzione!”
Per la burocrazia?
“Con digital divide e sburocratizzazione della pubblica amministrazione sfondiamo una porta aperta. Vogliamo introdurre i sistemi operativi open source, perché non essere la prima regione d’Italia a utilizzarli? Bisogna dare a tutti la possibilità di ottenere i documenti on line e si devono far comunicare gli uffici tra loro, non attraverso i camminatori!”
Come arrivare alla trasparenza?
“I palazzi devono diventare di vetro, ma i cittadini devono entrarvi e guardare l’esterno dall’interno. Le buste paga dei dipendenti e dei politici devono essere pubbliche. Un deputato regionale guadagna 20-25 mila euro al mese, è un insulto verso chi ne guadagna 800 euro. Non è demagogia o populismo. Poi dev’essere fatto un bilancio chiaro: quello del 2010 non lo capiscono nemmeno i nostri amici consiglieri dell’Emilia-Romagna. Bisogna rendere il bilancio della Regione uguale a quello delle aziende, perché ci vuole credibilità e un privato, se dovesse valutare la Regione sul bilancio, non investirebbe un centesimo. In più vogliamo inserire la partecipazione dei cittadini, il loro vaglio: la proposta a costo zero è il referendum finanziario, ovvero chiedere l’approvazione popolare per le spese oltre un certo tetto. E il diritto di revoca: se per un parlamentare regionale non sussistono i requisiti morali, si possono raccogliere le firme per farlo decadere. E poi il referendum propositivo, l’abolizione del quorum nei referendum regionali, il referendum confermativo delle leggi… Questo è l’abc della democrazia!”
E i cantieri europei?
“Dobbiamo sbloccare il lavoro in Sicilia, ma bisogna stare attenti dal punto di vista ambientale a ciò che si propone. Ben vengano le attività positive, come le infrastrutture che ci possano collegare meglio, come la rete ferroviaria che ci faccia spostare il trasporto dalla gomma alla rotaia”.
Come controllare i Comuni?
“Bisogna solo far rispettare le regole, chi non ha i conti in ordine va commissariato e va a casa. I bilanci di previsione devono essere approvati per tempo, altrimenti è una presa in giro nei confronti dei cittadini”.
 
Come si possono valorizzare i talenti?
“La meritocrazia dovrebbe essere alla base di una società civile, dobbiamo mettere un punto sull’era dei raccomandati. La valorizzazione può avvenire attraverso istituti di ricerca e la creazione di posti di lavoro, tutto ciò che proponiamo ha bisogno del lavoro di laureati. Non possiamo lasciare andare via i migliori, che magari parlano più lingue e sono essenziali per il turismo, senza comunque dimenticare nemmeno tutte le brave persone che rimangono qui”.
Ma la Sicilia è irredimibile, come diceva Leonardo Sciascia?
“A me dà molta forza una frase di Beppe Grillo quando viene in Sicilia: ‘La rinascita in Italia partirà dalla Sicilia’. È un momento unico, sarebbe stupido non prendere il treno che sta passando: la gente ci ascolta e ha preso coscienza, ci vota perché con il Movimento 5 Stelle si possono cambiare le cose. Ci bollavano come visionari, dicevano che parliamo senza sapere, ma i cittadini ci danno possibilità di dimostrare che le cose possiamo farle. La Sicilia si può recuperare, possiamo ripartire. Gli sforzi che si possono chiedere sono diversi rispetto agli altri: cercheremo di far pagare in primis i politici. Dovremo dare l’esempio, bisogna far capire che i sacrifici devono partire dal capo di famiglia, bisogna cambiare l’ordine degli addendi. Abbiamo lo Statuto e l’autonomia che ci danno la possibilità di fare scelte coraggiose. Possiamo diventare un faro: da Sud dell’Italia a centro del Mediterraneo. Che è un attimino diverso!”
 
Qual è la sua posizione sulla corruzione?
“Vorrei vivere in una nazione dove se un politico è incriminato per mafia, corruzione o crimini contro la Pa, decada automaticamente, non si aspettino le dimissioni. Dobbiamo colmare un gap di credibilità, gli ultimi due governi sono finiti per la mafia, dobbiamo dimostrare al mondo che siamo la terra della soluzione della mafia. Se esistessero delle norme anticorruzione serie, i politici dovrebbero preoccuparsi del popolo, non avere il menefreghismo che dimostrano”.
La linea sulle società partecipate?
“Stiamo affrontando un dibattito interno al MoVimento, ma pensiamo che sia necessario far consorziare i Comuni per i servizi primari, come l’acqua (i cui utili servono per migliorare il servizio, non per far guadagnare i soci). Per gli altri servizi, come la gestione dei rifiuti, ci sono dei punti in cui i privati possono essere eccellenti, ma devono essere controllati e vincolati con contratti che impongano dei risultati: se non vengono raggiunti, il contratto si conclude”.
Parlando di rifiuti, come risolvere il problema?
“La strategia è quella di arrivare entro il 2025-2030 a ‘rifiuti zero’: dobbiamo ridurre ciò che consumiamo, riciclare, riutilizzare. Bisogna emanare subito le ordinanze per non utilizzare determinati materiali non riciclabili. Poi bisogna completare gli impianti, inserendo la linea di selezione di multi materiale, creando centri di compostaggio. Il secco non riciclabile può infine essere usato nei centri di estrusione, per farlo diventare sabbia sintetica, da utilizzare in edilizia e a sua volta riciclabile, oltre ad avere un’elasticità maggiore ed è più resistente dal punto di vista sismico. Per l’energia, la Sicilia potrebbe stilare un piccolo Conto Energia, per incentivare gli impianti di pannelli fotovoltaici sulle abitazioni, ma non nei campi, che vengono abbandonati anche per questo. Dobbiamo creare un regolamento di edilizia, le case devono essere autosufficienti dal punto di vista energetico e sicure dal punto di vista sismico. E mettere in sesto il nostro territorio, fragile dal punto di vista idrogeologico, con il lavoro dei forestali per prevenire i problemi, con il rimboschimento e mettendo il territorio in sicurezza”.
Come attrarre investimenti?
“Dobbiamo renderci credibili, dobbiamo attrarre turisti e le aziende che vogliono venire a fare turismo. Abbiamo mare e un entroterra che in inverno diventa la migliore Irlanda che ho mai visto. Dobbiamo sfruttare questa risorsa!”
 

 
Curriculum Giancarlo Cancelleri
 
Giovanni Carlo Cancelleri è nato a Caltanissetta il 31 maggio 1975. A 24 anni ha prestato servizio civile presso l’Arci di Caltanissetta, dal 2000 al 2007 è stato dipendente in una ditta del settore metalmeccanico, nella quale ora lavora come geometra. È attivista dal 2007, ha condotto una campagna contro il caro bollette dell’Ato Cl1. Quell’anno ha sostenuto il 1° V-Day di Beppe Grillo per proporre una legge per il Parlamento pulito. Ha quindi fatto parte dei Grilli Nisseni, poi MoVimento 5 Stelle Caltanissetta. Ha sostenuto la lista Amici di Beppe Grillo alle regionali 2008 e ha partecipato alle elezioni comunali di Caltanissetta nel 2009. Ha fondato Scorta civica, comitato che supporta i magistrati minacciati dalla mafia.