Spiagge accessibili ai cani. La Sicilia resta ancora indietro

PALERMO – Si fa presto a dire: “Non abbandonate gli animali”. Le campagne di sensibilizzazione in favore degli amici a quattro zampe, s’intensificano notevolmente d’estate, ma la realtà è ancora ben diversa da quella che prospettano spot e animalisti. La loro libera circolazione è così compromessa da incorrere nel, ben più reale, rischio di abbandonarli in casa propria!
Se le regole d’accesso presso le strutture private – supermercati, chiese, panifici, bar e lidi – sono dettate dai proprietari, l’accesso alle spiagge è regolato dalle Ordinanze comunali. Dal 2002 la normativa sulle spiagge non è più di competenza delle Capitanerie di Porto, ma direttamente delle Regioni che possono delegare i singoli Comuni.
Il D.D.G.n. 476 del 01 giugno 2007 della Regione Sicilia, all’art. 3 comma 3 vieta nelle spiagge libere, il transito, la sosta ed il bagno di cani e altri animali, anche se al guinzaglio, al di fuori degli spazi attrezzati per l’accesso di animali. Sono esclusi da tale divieto, i cani di salvataggio al guinzaglio ed i cani guida per non vedenti. Tale violazione è punita dall’art. 1164 comma 2 del Codice della Navigazione con una sanzione amministrativa di € 200. Gli Organi di Polizia, attraverso i loro Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria, sono incaricati di fare osservare la presente Ordinanza e di applicare, ai trasgressori, le previste sanzioni. L’unica speranza per chi vuole portare il proprio cane al mare è andare alla ricerca delle poche strutture "pet friendly", e la Sicilia, fatta eccezione per qualche rarità come la spiaggia libera “Bau Bau Beach” di Priolo Gargallo (Sr) e “Casa malerba” di Palma Di Montechiaro (Ag), non eccelle nel numero di spiagge disponibili per i cani.
Secondo Aidaa – associazione italiana difesa animali ed ambiente – il record di multe effettuate nell’estate 2012 contro i proprietari di animali nelle spiagge siciliane danneggia il turismo, dato che sono migliaia i turisti con cani al seguito. Del resto, bagnanti e Forze dell’ordine, per lo più inclementi nei confronti di chi al mare ha l’animale al seguito, sono propensi a chiudere un occhio o due nei confronti di chi con suoni molesti, svolgimento di giochi (palla, tamburelli, frisbee, racchettoni etc.) arrechi danno o molestia alle altre persone. Divieto questo previsto dal comma 4 dell’ art. 3 dello stesso decreto. Senza contare che, il primo posto nella classifica dei disturbatori della quiete è di chi inquina, lo detengono gli esseri umani che scaricano illegalmente rifiuti in mare e buttano in spiaggia carte, bottiglie vuote, cicche di sigarette e ogni genere d’immondizia.