Tutte le ipocrisie sulle Ilva di Sicilia

PALERMO – Le campagne elettorali mostrano la spietata convenienza dei politici nostrani, ma non solo. Il caso Ilva è giunto a fagiolo, così in una regione dove il filoindustrialismo era una specie di religione civile, adesso si ricomincia a parlare di bonifiche, di morti per inquinamento, di responsabilità dei poli petrolchimici.
La stessa ipocrisia di chi non ebbe difficoltà ad appoggiare “senza se e senza ma” il rigassificatore di Melilli-Priolo in un’area ad alto rischio sismico dove esistevano già svariati impianti a rischio incidente rilevante. Adesso c’è chi tace e chi, evidentemente dotato di viso ancora più bronzeo, propone delicati equilibrismi tra bonifiche, lavoro e industria, così che a parole nessuno sia scontento. La classica ricetta alla siciliana, che a parole accorda tutti. Tanto, nei fatti, a morire sono sempre i soliti ignoti. (continua)