PALERMO – La dialettica politica italiana per un giorno scende in Sicilia e Pd e M5S battibeccano così come a Roma fanno Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo.
Tutto parte da una conferenza stampa di ieri mattina: Rosario Crocetta affronta vari temi, parla di Idv e del mancato accordo con Leoluca Orlando e Antonio Di Pietro. E qui la prima stilettata ai Cinque Stelle: “Negli ultimi due mesi ho rivolto diversi appelli a Orlando e all’Idv ma il sindaco non mi risponde, neanche al telefono. Ho parlato anche con Di Pietro, che però mi continua a porre il problema dell’Udc. Noi invece non ci poniamo in termini ideologici, sono i grillini e gli esponenti di Idv che continuano a farlo”.
La pietra dello scandalo però arriva più tardi ed è una frase riportata dalle agenzie: “Una certa sinistra e persino i grillini stanno dietro logiche demagogiche che non servono a cambiare la storia. Discutono di formule, di sigle, di partiti e non di cose concrete”.
Questo riferimento ai grillini ha infastidito Giancarlo Cancelleri, candidato per il Movimento 5 Stelle, che non ha tardato a rispondere: “Crocetta dimentica che sta saltando da una poltrona all’altra, calpestando il mandato europeo che i cittadini gli hanno dato. È lui che parla di fioretti sessuali e non di programmi. Ed è assurdo che attacchi noi. Il Movimento Cinque Stelle ha già linee guida pronte e sta votando un programma condiviso con i cittadini. Lo presenteremo giorno 10 settembre, dopo il ‘Weekend del programma’, quando ci confronteremo con gli elettori attraverso dei banchetti pubblici nelle principali piazze siciliane. Crocetta la smetta di fare gossip e pensi a costruire. I cittadini sono stanchi”.
Intanto, entrambi hanno letto il sondaggio realizzato per BlogSicilia da Datamonitor (istituto specializzato in ricerche per la Pubblica amministrazione) che li dà in svantaggio rispetto a Nello Musumeci del Pdl. L’esponente de La Destra si attesta al 28 per cento dei consensi, contro il 26 di Crocetta, il 22 di Micciché, l’11 di Cancelleri e il 7 di Fava. Chi vincerebbe, tuttavia, sarebbe il partito degli astensionisti: oltre il 45 per cento degli intervistati ha affermato che non andrebbe a votare, lascerebbe la scheda bianca o nulla o è ancora indeciso. Per i partiti, in linea con i candidati, i consensi maggiori li raccoglierebbe il Pdl (20 per cento), seguito da Pd (18), Mpa (12), M5s (11), Udc (10), Grande Sud (6) e Idv (5). Gli altri rimarrebbero fuori dall’Ars.
Roberto Quartarone
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