Fragilità imprenditoriale e burocrazia asfissiante

Qual è la situazione occupazionale in provincia di Messina?
“La situazione è critica per effetto di una generalizzata difficoltà che stanno sopportando le aziende a mantenersi sul mercato in un contesto recessivo che non favorisce la spesa e quindi non alimenta la produzione. Le aziende presenti sul territorio sono fragili per una scarsa capacità di innovazione e di fronteggiare la concorrenza nella produzione di prodotti soprattutto provenienti dall’estero”.
La responsabilità è delle aziende o del contesto istituzionale?
“C’è una fragilità imprenditoriale, una burocrazia asfissiante e un’illegalità sempre più pervasiva. Il mondo imprenditoriale messinese deve darsi uno slancio e deve anche essere messo nelle condizioni di riuscire a fare meglio. C’è una consapevolezza nuova che il lavoro è parte lesa nella nostra provincia e come tale l’intesa Uniti per Messina che stiamo realizzando mira alla soluzione dei lacci e lacciuoli che imbrigliano la capacità di produzione, all’alleggerimento del peso della burocrazia e a trovare le misure di sostegno al reddito per chi perde il lavoro”.
Ci sono delle questioni più urgenti che state affrontando?
“Nelle ultime settimane, a livello regionale e territoriale, si è alzata l’attenzione sulla mancanza di risorse per garantire il sostegno al reddito attraverso gli ammortizzatori sociali in deroga dei lavoratori colpiti da crisi aziendali. Da un anno a questa parte stiamo sollecitando le pubbliche amministrazioni a far partire tutte le opere già finanziate e immediatamente cantierabili così da dare un po’ di respiro al settore edile che rappresenta uno dei settori trainanti della nostra provincia. Da oltre sei mesi, inoltre, siamo impegnati nella vicenda dei treni notte che non è solo una vicenda occupazionale ma anche segno inequivocabile di una frattura che Fs, con la complicità del governo italiano, sta perpetrando nei confronti del meridione e della sicilia in particolare. Il taglio dei treni notte, il ridimensionamento del traghettamento, fanno tutt’uno con le incapacità della classe politica locale, inconsistente o distratta o peggio connivente con scelte che penalizzano il territorio non solo nell’immediato (vedi vertenza Servirail) ma anche e soprattutto nelle sue prospettive di sviluppo, con una marginalizzazione che peserà sempre più sulla possibilità di favorire la mobilità di beni e persone. Da noi in particolare non si vuole affrontare in modo strutturale e sistemico la vicenda dei trasporti, partendo dal presupposto che, essendo Messina un hub naturale, funzionalizzare e ottimizzare la mobilità verso il continente tra le due sponde, dalla Provincia al Comune e all’interno del comune, significherebbe dare soluzioni ai bisogni dei cittadini e favorirebbe il trasporto delle merci garantendo i livelli occupazionali”.
Quali le possibili soluzioni?
“Sono quelle proposte nell’ambito del Tavolo Uniti per Messina. Bisogna comprendere quali sono le ricadute del percorso di tagli che incidono sempre di più e con maggiore crudeltà nei confronti del nostro territorio. Se non si assiste a un’inversione di tendenza della politica regionale rischieremo il fallimento essendo tutti i parametri economici della Sicilia peggiori di quelli della Grecia. C’è bisogno che i nuovi amministratori locali comprendano come bisogna eliminare dalla loro agenda l’utilizzo per fini elettorali di tutte le risorse degli enti e che si concentrino sulla eliminazione degli sprechi, l’ottimizzazione della macchina amministrativa e la costruzione di opportunità per rendere il territorio attrattivo agli investimenti nei settori privati”.
 
Cosa ci può dire all’apertura del “Centro d’Elite Nato” all’Arsenale di Messina, di cui tanto in questi giorni sentiamo parlare?
“L’apertura del Centro rappresenta senz’altro un’opportunità per dare certezza e tranquillità dal punto di vista occupazionale ai lavoratori dell’Arsenale di Messina, ma c’è un rischio ambientale che non si può dimenticare e che deve essere preso in considerazione. Noi abbiamo per questo motivo scritto al contrammiraglio Francesco Cremonini per chiedere un incontro per “conoscere a fondo la portata del progetto. Da troppo tempo i lavoratori dell’Arsenale assistono a ridimensionamenti, riduzione di personale e dichiarazioni di esuberi. L’Arsenale di Messina non può diventare luogo di stoccaggio di prodotti e agenti inquinanti che metterebbero a serio rischio la salute dei lavoratori ma anche dell’intera collettività. è necessario, quindi, verificare al meglio la tipologia degli impianti dell’Arsenale e dei materiali pericolosi oggetto di lavorazione e, successivamente, rendere operativo il nuovo Centro d’eccellenza solo dopo aver realizzato tutte le opere e gli impianti necessari per garantire la massima sicurezza ambientale. Non dobbiamo dimenticare mai, la vicina, nel tempo e nello spazio, vicenda dei cantieri di degassifica SMEB, vissuta con drammaticità anche dalle maestranze dell’Arsenale”. Siamo quindi in attesa, io e il segretario provinciale della Funzione Pubblica Calogero Emanuele, dell’apertura di un tavolo di confronto e di dialogo affinché ogni azione sia partecipata e condivisa dai lavoratori e dalla comunità messinese, per garantire lavoro, salute e sicurezza”.
 

 
Curriculum Antonino Genovese
 
Antonino Genovese, messinese, è segretario della Cisl di Messina dal 16 maggio 2008. Ha all’attivo diciotto anni di lavoro sindacale, diviso tra il sindacato delle Poste e la Segreteria della Ust di Messina. L’incontro tra la Cisl e Genovese avviene nel 1991, anno in cui inizia la sua attività sindacale. Due anni dopo, nel marzo del 1993, viene
eletto segretario generale della Slp Cisl Poste di Messina, carica che mantiene per otto anni, sino a marzo 2001 quando viene eletto nella nuova Segreteria della Ust di Messina.