L’allarme dei sindacati sui cantieri navali di Palermo

PALERMO – La Fiom ha rilanciato l’allarme sulla situazione del cantiere navale del capoluogo, privo di commesse e dove a marzo sono partire altre 13 settimane di cassa integrazione. Per l’indotto va anche peggio: sono 700 i lavoratori di aziende di saldocarpenteria quasi scomparse e di cooperative storiche come le Pontisti, Picchettini e Spavesana che tra fine degli ammortizzatori sociali e mobilità rischiano di essere messi fuori dai processi produttivi.
Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, a palazzo Madama, ha invitato una delegazione di senatori siciliani e nazionali a venire a Palermo per verificare da vicino e denunciare lo stato di crisi dello stabilimento.
“Le nuove 13 settimane di cassa integrazione – hanno detto Francesco Foti, Serafino Biondo e Giusppe Pirrotta, Rsu Fincantieri della Fiom Cgil di Palermo – con l’accordo firmato da Fim e Uilm, stanno riducendo in povertà i lavoratori del cantiere e alla fame quelli dell’indotto. Per l’indotto le aziende stanno ultimando gli ammortizzatori e iniziano a partire mobilità e licenziamenti”.
“In tutti i cantieri italiani di Fincantieri – hanno concluso – si lavora e ci sono prospettive. Solo da noi no”.