L’Italia non sa sfruttare il “potenziale” del Web

ROMA  – Diffusissimo web. Ma in fondo è così “incisivo” tra la gente? In Italia… no. O perlomeno non così tanto, dato che la nazione occupa un timidissimo 23esimo posto nella graduatoria che valuta l’impatto della Rete nella società, una fotografia scattata dal Web Index,  un indice costruito dalla World Wide Web Foundation di Tim Berners-Lee.
In generale il mondo anglosassone gode di un grande impatto della Rete, ma non quanto la Svezia. Mentre l’Italia è 23esima nel mondo e 12esima in Europa.
La mappa elaborata dal Web Index, suddiviso in tre grandi impatti – politico, sociale ed economico – nella capacità infrastrutturale e considerando infine l’uso e i contenuti presenti in Rete, WebIndex considera 85 indicatori di 61 paesi, prelevati da moltissime fonti, arriva a una classifica finale che vede l’Italia in posizione decisamente negativa: considerando la sua appartenenza geografica all’europa occidentale, dovrebbe essere nella top 20, invece è superata persino dal Qatar e dal Messico.
“Ho speso gran parte della mia vita con i miei compagni geek, nel tentativo di rendere il web uno strumento ancora più potente – ha spiegato a Londra Berners-Lee – Poi mi sono accorto che, nel frattempo, solo il 20 per cento del Pianeta lo stava utilizzando. Il Web Index permette a ciascun paese di capire cosa fare per connettere più abitanti, aiutando i governi a capire cosa fare dopo”.
Webindex ha una visualizzazione immediata e user friendly, che permette di vedere l’impatto della Rete secondo i diversi indici. In questo modo, è subito evidente una caratteristica tipica del Belpaese: da una posizione media, se si considera l’uso del Web l’impatto cresce notevolmente. In altri termini, in Italia sembra vivere un popolo di internauti nel Paese sbagliato. Molto dipendente dall’uso della rete, dal consumo di informazioni in rete, ma non adeguato negli altri aspetti tecnologici ed economici. E poi c’è un dato che la dice lunga: nessun Paese al mondo ha l’indice più alto del nostro per quanto concerne l’uso del Web da parte degli anziani.
Discorso completamente diverso per il cosiddetto “Bric” (Brasile, Russia, India, Cina), la parte di mondo in grande crescita che però ancora soffre di molti problemi legati all’accesso, e per l’Africa, dove convivono crescita esponenziale, come la Tunisia (+17% in cinque anni) e i paesi in fondo alla classifica: Yemen e Zimbawe.
Da notare come l’Egitto sia già nella top 20 dei Paesi con il più forte impatto della rete nella vita sociale, superato soltanto dal Sud Africa e dalla Tunisia.
Qualche sorpresa anche nell’Asia del Pacifico, dove Singapore viene considerato un paese a più forte impatto anche rispetto a nazioni molto consolidate come Corea e Giappone.