PALERMO – La Sicilia, in quanto Regione soggetta a piano di rientro del deficit sanitario, si trova a essere soffocata da una combinazione che si rivela micidiale per i contribuenti. Considerando, infatti, congiuntamente l’addizionale Irpef regionale e quella comunale si può notare le sproporzioni dell’Isola rispetto al resto del Paese.
Prendendo a campione tre comuni siciliani, Palermo, Catania e Messina, si possono subito notare le enormi differenze contributive con alcuni centri del Nord Italia. Certo, va ribadito, i Comuni che si trovano al di qua dello Stretto pagano a caro prezzo una situazione in cui le difficoltà dei bilanci comunali si saldano con le inefficienze della macchina sanitaria della Regione.
In tutti e tre i centri l’addizionale comunale all’Irpef è fissata, per l’anno corrente, alla cifra più alta e cioè lo 0,8%, senza prevedere, tra l’altro, alcuno scaglione in base al reddito. Sommando le addizionali regionali con quelle comunali – secondo un esercizio contabile proposto da un recente studio di Confesercenti – a parità di reddito, per esempio 30 mila euro lordi l’anno, Catania, Palermo e Messina avranno un prelievo quasi doppio rispetto a Bolzano e Firenze. In quest’ultime, infatti, si combina una scelta minimale del fisco comunale (0,2% l’aliquota) e un prelievo regionale limitato all’aliquota base (1,23%) senza maggiorazioni di sorta.
Il totale fa 1,43% che in denaro significa un prelievo di 429 euro l’anno per i contribuenti fiorentini e bolzanini. All’opposto si trovano i contribuenti siciliani dei tre capoluoghi di provincia oggetto di esame: sommando infatti la tassa comunale dello 0,8% con il 2,33% di Irpef regionale, applicabile già dal 2013, si arriva a 3,13. Una stangata da 939 euro l’anno, più 510 rispetto alle due città del Nord Italia prese come parametro di confronto. Un salasso che pesa come un macigno sulle spalle dei cittadini siciliani, usati sempre come paracadute per le scellerate scelte di un amministrazione che fa acqua a tutti i livelli, locale e regionale.
Antonio Leo
Twitter: @ToniBandini