AUGUSTA (SR) – Legambiente solleva il problema delle emissioni inquinanti prodotte dalle navi che quotidianamente transitano e/o stazionano nella rada di Augusta. Il vice-presidente regionale di Legambiente, Enzo Parisi, infatti, chiede: “Chi controlla le emissioni delle navi mercantili e militari che ogni giorno transitano all’interno del porto di Augusta?”
Parisi, che ricopre anche l’incarico di responsabile del Cea (Centro di educazione ambientale) di Augusta, pone la questione del contributo che il traffico navale può avere all’inquinamento atmosferico dell’area. Altrove sono stati fatti degli studi su questo problema che sarebbe opportuno prendere in seria considerazione anche per la nostra rada.
Già in precedenza Parisi aveva proposto lo stesso problema per le navi che transitano nella rada di Santa Panagia a Siracusa. È stato calcolato che in media ogni anno transitano per il porto di Augusta circa tre mila navi, trenta al giorno. Negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione del numero di navi che transitano nella rada, ma il numero attuale è sempre rilevante; inoltre spesso si tratta di navi che presentano una stazza di notevole dimensione che utilizzano grandi quantità di combustibile che produrrebbero di conseguenza un rilevante inquinamento.
Parisi prosegue aggiungendo che: “Per noi è importante che, a fronte di un rilevante traffico petrolifero che interessa i porti siciliani ed in particolare Augusta e Siracusa nord, siano monitorate dagli Enti preposti ovvero dalla Provincia e dall’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) le emissioni dei fumaioli delle navi mercantili, ma anche delle navi militari, viste le frequenti lamentele che raccogliamo da parte dei cittadini di Augusta che protestano per i fumi densi e puzzolenti emessi dalle unità ormeggiate alle banchine della Marina di ponente e quelle prodotte in fase di movimentazione dei carichi nelle operazioni di carico e scarico ai pontili petroliferi ed alle banchine del porto commerciale”. “Questo – conclude il vice-presidente di Legambiente Sicilia,– per accertare qual è il contributo di dette attività all’inquinamento atmosferico ed eventualmente adottare le contromisure per ridurne la portata e tutelare la salute delle persone”.