Il Comune di Palermo ha alle proprie dipendenze, dirette ed indirette, diciassettemila persone. La Regione ha alle proprie dipendenze, dirette ed indirette, sessantamila persone. Inoltre, la Regione ha sedicimila pensionati cui eroga direttamente l’assegno. Se in tutti questi anni i cedolini da pagare fossero stati un terzo, si sarebbero liberate risorse per co-finanziare, insieme ai fondi europei, le innumerevoli infrastrutture di cui ha bisogno la Sicilia.
Questo non è stato fatto ed ecco che il nostro Pil giace sulla miserevole cifra di circa ottantacinque miliardi, pari al 5,5% di quello nazionale. Ma questa cifra maschera una più triste realtà. Se non vi fossero le puzzolenti ed inquinanti raffinerie, il nostro Pil crollerebbe vicino a quello del Burkina Faso.
Per contro, c’è un’altra verità e cioè un’evasione di circa venti miliardi di euro, cifra che si ottiene mettendo a confronto i consumi con i redditi dichiarati e le dichiarazioni Iva. C’è un forte sommerso pari a un quarto del nostro Pil, che consente ai ladri che non pagano le tasse di vivere come parassiti sulla stragrande parte dei siciliani, che invece ne è soffocata.
Non dimentichiamo che esistono tre norme iugulatorie sulle dissennatezze dei pubblici amministratori: Europlus del 25 marzo 2011, Fiscal compact del 7 marzo 2012, Legge costituzionale 1/2012 che ha introdotto la Golden rule, cioè il pareggio di bilancio. Così, la camicia di forza si stringe sul corpo di ogni amministrazione. I politicanti senza mestiere saranno cacciati dai propri amministrati, perché non sapranno cambiare il pessimo modo di fare politica fondato sulle promesse non mantenute.
Ormai la festa è finita, andate in pace. Ecco il monito che i cittadini fanno a tutti costoro che hanno obbligato la propria coscienza dimenticando il proprio dovere, che era quello di servire il popolo e non di servirsene. In altre parole, costoro non si sono mai regolati sulla base di quei valori fondamentali per una Comunità: merito, responsabilità, crescita e solidarietà.
Risorgimento Sicilia, ecco lo slogan che lanciamo ai candidati-presidenti della Regione e ai circa novecento candidati ai 90 seggi dell’Ars. Tutti dobbiamo perseguirlo, isolando i politicanti.