Se non ci fossero risorse si potrebbe pensare ad una causa di forza maggiore. Ma esiste un Accordo di programma quadro (Apq), stipulato da Stato, Regione ed imprese in data 7 novembre 2008.
L’accordo prevede interventi per 770 milioni di euro, 200 dei quali a carico delle imprese. Successivamente, l’impegno delle aziende è sceso a circa 100 milioni, ma esse hanno proposto ulteriore ricorso al Tar di Catania, che ha bloccato tutto a distanza di quattro anni.
Ovviamente bisognerà attendere la definitiva sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per sapere chi ha ragione.
Ma, intanto, l’inquinamento aumenta e la salute di quei cittadini peggiora. Non vorremmo che alla fine del percorso si vincesse la battaglia, ma si fosse persa la guerra.
è una cosa inaccettabile che per mettere fine a situazioni come quelle di Taranto e di Priolo occorra l’intervento della Magistratura penale, perché che le Istituzioni non sono capaci, normalmente, di ottenere il rifacimento delle strutture obsolete di produzione, che fanno danni non più rimediabili.
Vi sono altri due territori a rischio ambientale: Milazzo e Gela. In quest’ultima località, l’Eni ha assunto l’impegno di procedere alla bonifica anche mediante il miglioramento degli impianti, mentre a Milazzo la Raffineria, che fa riferimento a Kuwait Petroleum, non ha ancora preso provvedimenti. Anche in quel caso, sollecitiamo la Procura di Messina a verificare le eventuali inadempienze dell’azienda ed a costringerla a mettere mano con tempestività alla dovuta bonifica.
Come prima si scriveva, le risorse ci sono. Non si capisce perché si debba mettere a rischio la salute e la vita dei cittadini per un comportamento abulico e irresponsabile del ceto politicvo e di quello burocratico.
Ma intanto politici e burocrati continuano ad incassare regolarmente i loro ricchi emolumenti, che vengono erogati prima di ogni altra uscita, come se i poveretti non potessero aspettare per tre o quattro mesi i loro stipendi. Mentre non gli importa nulla dei dipendenti delle imprese, che se non incassano 1.200 euro al mese, non sanno come fare per sbarcare il lunario.
Tutto questo ha screditato il ceto politico e burocratico, che nulla fa per farsi perdonare.