PALERMO – Non bastavano i problemi atavici della formazione professionale. Quest’anno c’è un problema in più per il settore, ed anzi più di uno.
Tutto causato dal ritardo notevole con cui la Regione ha emanato il decreto di finanziamento del piano dell’offerta formativa del 2009, partito con ben due mesi di ritardo rispetto agli anni passati per le note vicissitudini legate ai metodi di finanziamento degli enti di formazione. Quest’anno rischia di andare in tilt l’intero sistema, di per sé già ampiamente in corto circuito per via di spese pazze e molto spesso inutili.
Il rischio di non riuscire a chiudere la rendicontazione dei corsi di formazione entro il 31 dicembre, data limite per incassare il finanziamento del Prof 2009, ha causato una frenetica accelerazione delle attività formative nei vari enti. Orari che quindi sono stati dilatati ben oltre la media delle 4-5 ore giornaliere, con allungamento dell’attività anche al sabato e per tutto il periodo di luglio. Per alcuni enti ci sarà attività anche parzialmente nel mese di agosto.
Inevitabile che questa condizione finirà per rendere ancora più scadente l’offerta formativa: “Sicuramente per l’utenza ci sarà qualche problema – ammette Rossella Bottaro, direttore dell’Efal di Messina – in quanto non è preparata culturalmente in Sicilia a seguire attività formative in periodi estivi oppure il sabato. Per quel che riguarda la nostra attività interna non cambierà nulla sul piano della qualità del servizio da offrire ma potrebbe anche crearsi un problema di alta incidenza di assenze”.
Fenomeno che a dire il vero è già notevolmente pesante oggi, secondo quanto ha potuto appurare anche la Corte dei Conti che nella sua ultima relazione ha messo in evidenza che circa il 30 per cento degli allievi si ritira prima della fine del corso, con una media di partecipanti per ciascun corso di 11,6 discenti in base al Prof del 2008. A questo punto la già altissima percentuale di dispersioni potrebbe ulteriormente incrementare. Per il semplice motivo che quasi mai i corsi di formazione in Sicilia, a meno di situazioni particolari di emergenza, hanno prolungato la loro attività sino al sabato. E solitamente, quando si finisce per fare lezioni anche il sabato, si registra un’altissima incidenza di assenti. “Effettivamente – ammette il direttore dell’Enfap di Catania, Carmelo Meli – questo rischio per alcune attività corsuali, quelle diciamo con meno appeal, potrebbe venirsi a creare. Non credo invece che per la maggior parte delle attività, che sono molto richieste e che fanno registrare tantissime adesioni, potrebbe verificarsi una situazione di elevato numero di assenze”.
Esiste poi anche un altro problema che è quello proprio del prolungamento dell’orario giornaliero dei corsi: superate le 6 ore si dovrà fare ricorso ai buoni pasti per i dipendenti degli enti. Nella circolare 06/04 del Dipartimento della Formazione professionale della Regione emanata l’11 giugno del 2004 è espressamente previsto che sono ammissibili le spese riferite ai costi di buoni pasto o tickets da consumare presso esercizi convenzionati nel caso in cui l’attività richieda la presenza dei destinatari anche pomeridiana o comunque superiore a 6 ore giornaliere. Al massimo per singolo pasto sono erogabili 9 euro. Se gli enti dovessero fare ricorso ai buoni pasto la spesa della Formazione in Sicilia si potrebbe gonfiare a dismisura: facendo un semplicissimo calcolo di una media di 5 euro a pasto moltiplicato per 5 giorni per i 7 mila dipendenti, si potrebbe arrivare alla cifra di 4 milioni e 200 mila euro da rimborsare. “Noi – precisa Meli – abbiamo iniziato con la nostra programmazione con grande anticipo, già nel maggio scorso. Ma non è escluso che possiamo fare ricorso al prolungamento dell’orario giornaliero perché vogliamo chiudere al 31 dicembre di quest’anno le nostre attività, come sempre”.
“Il Prof – rincara Vito Di Falco, responsabile dei corsi di formazione dell’Anfe Sicilia – devono partire insieme alle attività scolastiche se si vuole davvero creare un sistema formativo efficace”.