L’Arpa Sicilia lancia la corsa al verde

PALERMO – L’Arpa Sicilia lancia la corsa al verde. E lo fa consumando. L’acquisto di prodotti green agevola la riduzione di emissioni inquinanti e lancia lo sviluppo di un comparto, quello della produzione di oggetti sostenibili per l’ambiente e per l’uomo, che in futuro sarà decisivo negli equilibri produttivi di un Paese. Il futuro passa soprattutto da qui.
L’Agenzia regionale isolana fa parte da tempo della rete GppInfoNet, che serve ad agevolare le disposizioni contenute in materia di acquisiti green. Le norme in merito sono diverse. Da una parte c’è il Decreto ministeriale n. 203/2003, che prevede per uffici e società pubbliche la copertura dei fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato in misura non inferiore al 30 per cento, e dall’altra il D. Lgs n. 163/2006, il cosiddetto “Codice dei contratti pubblici”.
 
Ed è proprio quest’ultimo il grimaldello che permette di puntare sugli acquisti versi, anche quando la loro economicità sul mercato non è proprio garantita. Infatti il d.lgs 163/2006 stabilisce la possibilità di “subordinare il principio di economicità, a criteri ispirati a esigenze sociali, alla tutela dell’ambiente e della salute e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. Del resto si tratterebbe di un costo maggiore solo all’atto dell’acquisto, e poi ampiamente compensato nell’ottica del lungo periodo dove il risparmio sarebbe comunque assicurato. Il settore può diventare particolarmente fiorente, anche in virtù dei vari obblighi europei. Lo ha ribadito anche una stima della ministero dell’Economia e delle finanze, secondo cui il transato green del 2011 sarebbe stato pari a poco più di un miliardo di euro.
E l’Arpa, quando era ancora commissario straordinario Salvatore Cocina, ha deciso di puntarci. L’Agenzia ha infatti adottato il Documento di indirizzo programmatico per gli acquisti verdi, che ha lo scopo di introdurre nell’azione amministrativa dell’Agenzia modelli gestionali deputati a ridurre “l’impronta ecologica” dell’attività. Un’azione in linea con le raccomandazioni del Protocollo di Kyoto del 1997 e della più recente strategia Europa 2020 che fissa al 2050 l’azzeramento delle emissioni di CO2. Si tratta di puntare manufatti con un “ciclo di vita” controllato dall’origine certificata della materia prima fino allo smaltimento finale del prodotto stesso. Il materiale è decisamente variegato: prodotti di cancelleria, apparecchiature elettroniche, illuminazione dei locali, forma di condizionamento estivo ed invernale, prodotti utilizzati per la pulizia dei locali (ISO 1) e vernici destinate agli arredi o per tinteggiatura delle pareti. Altro capitolo riguarda il rinnovamento del parco macchine dove avranno priorità i modelli elettrici o l’Euro 5 di ultima tecnologia e rivolti al risparmio energetico, ed alla promozione di forme alternative di mobilità.
Un esempio? Una stima della Consip Spa, società per azioni del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ne è l’azionista unico, certifica che un minore utilizzo di inchiostro comporta risparmi per la P.A. nazionale quantificabili in 53 milioni di euro. Una stima siciliana produrrebbe risparmi per poco meno di tre milioni di euro.