Lombardo: “Otto milioni di euro per i consulenti non è molto”

PALERMO – Dopo due mesi di silenzio, il dimissionario presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ritorna a parlare: Lombardo è intervenuto alla prima edizione del Festival della Politica, organizzato nell’ambito del Festival della Legalità con la collaborazione di Confindustria Palermo.
 
Per il fondatore del Mpa è stata l’occasione per fare un bilancio dei quattro anni di legislatura e per rispondere alle critiche piovutegli sul proprio operato. “Voti ai miei assessori? Caterina Chinnici ha lavorato con signorilità, dolcezza, bravura e stile. E’ stato bravissimo anche nella sua attività legislativa. Gaetano Armao è un grande lavoratore, che ha portato ordine nei nostri conti. Andrea Vecchio? E’ stato divertente, per molte cose. A un certo punto ha scoperto che le cose non andavano. Massimo Russo è scomparso dalla scena politica? Meglio così: non credo fosse attrezzato per questo. Lino Leanza? Ha fatto il suo lavoro anche lui, è uno molto attivo”.
 
Poi si passa ad analizzare la grave crisi economica: “La Sicilia è in condizione di difficoltà fuori dal comune, ma all’interno di una crisi generale. Da Monti, però, non ho mai avuto alcuna sollecitazione per le dimissioni. La crisi della Regione è solo una crisi di liquidità. C’è un accordo col governo nazionale, è già sul tavolo del ministro Grilli: è una deroga al patto di stabilità che ci consentirà di intervenire per alcune emergenze come quelle riguardanti la Formazione e i finanziamenti alle imprese. Questo accordo mi risulta che sia sul tavolo del ministro da 15 giorni, e mi pare strano che ancora non sia stato firmato”.
 
Sulle assunzioni “facili”, Lombardo nega le accuse: “Siamo stati attaccati anche sui Forestali, su assunzioni che non abbiamo mai fatto. Non abbiamo assunto nessuno in quattro anni e mezzo. Noi abbiamo trovato oltre 19 mila dipendenti regionali. Alcuni sono andati in pensione, e adesso ci sono poco più di 16 mila dipendenti”:
Sulle consulenze,  il presidente della Regione smentisce i numeri: “Abbiamo speso oltre otto milioni in quattro anni, per un bilancio di 27 miliardi? Non è un numero altissimo. Spesso sono scelti tra le persone più vicine, piuttosto che tra i più bravi. Ma alcuni esterni, come il ragioniere generale Bossone, il segretario generale Monterosso e la dottoressa Li Calzi sono stati apporti molto utili, indispensabili”.