Catania – Alta tensione Aligrup: protesta in Prefettura

CATANIA – Più passano i giorni e più la pazienza dei lavoratori Aligrup è messa a dura prova. Nella giornata di ieri circa un migliaio di essi si sono accalcati davanti la sede della Prefettura per manifestare tutto il loro sgomento nei confronti di una trattativa che, a fronte di vari offerenti, sembra essere ancora lontana dal concludersi.
Incerti come gli scaffali vuoti dei “loro” supermercati in bilico, chiedono chiarezza. Il prefetto ha risposto accogliendo una delegazione di dipendenti e le parti sociali per rassicurarli sull’imminente apertura di un tavolo con tutti gli attori principali. Tra questi non ci saranno le Coop – acquirenti probabilissimi fino all’altro ieri quando è arrivato il ritiro ufficiale dall’affare – che ora si difendono da chi le addita quali responsabili del fallimento delle trattative. In un comunicato congiunto, di risposta alle ricostruzioni di alcune testate siciliane, le due Cooperative hanno svelato l’esistenza di due lettere di intenti che “condizionavano l’acquisizione da parte delle Coop a una precisa serie di normali presupposti contrattuali che dovevano verificarsi, da ultimo, entro il 10 settembre 2012, e che invece erano a quella data ancora in larga parte disattesi”. Una vicenda finita male, peccato, ma al momento ci sono altre piste che continuano a rimanere calde.
È già stato siglato, infatti, il contratto da parte di Arena per cinque punti vendita, più quello di Balatelle. Un accordo sul quale manca solo la benedizione del Tribunale, che avrebbe dovuto esprimersi lo scorso 8 ottobre, ma ha rinviato ogni decisione al 5 novembre, tra le proteste dei sindacati. Va ricordato, però, che in totale i punti vendita gestiti direttamente da Aligrup sono 46, per cui all’appello ne mancano 40. Di questi, 8 dovrebbero andare al gruppo Abate che, a quanto pare, rileverebbe anche lo spazio presente presso il centro commerciale Le Ginestre di Tremestieri. Per il resto è in corso una trattativa con il Gruppo Ergon che permetterebbe di cedere così circa il 70% del fatturato.
Difficile, invece, la cessione degli esercizi più piccoli. L’amministratore giudiziario, Massimo Consoli, intervistato nei giorni scorsi dal QdS, ha paventato due ipotesi per questi punti: o la cessione agli stessi dipendenti oppure la chiusura. Un’ipotesi, quest’ultima, al quale sembrerebbe condannato il supermercato Despar del Centro Sicilia per il quale nessuno, a oggi, si sarebbe fatto avanti.