Se anzicché mettere a carico del bilancio regionale 5 mila nuovi dipendenti, se la Regione, comportandosi in modo serio, ne avesse messi in disponibilità (art. 16 legge 183/11) altri 8 mila con l’80 per cento dello stipendio, se avesse tolto ai restanti di godere di un terzo in più di stipendio rispetto agli statali, avrebbe potuto liberare risorse con le quali finanziare le opere e i servizi per i quali sono disponibili i fondi europei, bloccati proprio per mancanza del cofinanziamento regionale.
Così si sarebbe messa in moto la macchina economica con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro produttivo, ai quali avrebbero potuto accedere quei precari assorbiti senza alcuna necessità dalla Regione stessa.
La scelta di fondo era chiara: aprire i cantieri per produrre ricchezza o fare un’attività clientelare per chiedere ad ognuno dei clienti il voto e la propaganda politica. Così ha fatto la giunta Lombardo che proprio in queste settimane sta utilizzando componenti del gabinetto degli assessori, dirigenti e assessori medesimi per andare a racimolare ogni voto, promettendo cose che non potrà mai mantenere.
Il disegno di legge di stabilità, deliberato martedì 9 ottobre dal Consiglio dei ministri e in corso di approvazione parlamentare, prevede ulteriori tagli dei trasferimenti alla Sicilia. La quadratura del bilancio 2013 si potrà fare solo se verranno eliminate spese per 3,6 miliardi, il cui elenco è stato da noi più volte pubblicato. Altro che stabilizzare i precari!
Crediamo che nessuno degli 80 deputati eletti, oltre gli 8 del listino, presidente, capo dell’opposizione (totale 90) approverà una legge che mandi i precari a casa. Ma se così non faranno, non potranno approvare la legge di stabilità.
I nuovi eletti si troveranno in una tenaglia che non potranno assolutamente allargare: tagliare la spesa improduttiva o non approvare la legge. Ecco perchè l’orizzonte è buio e non consente il benché minimo ottimismo. Peraltro i siciliani si preparano a dare un forte segnale ai nuovi eletti: solo la metà li voterà. L’altra metà non li voterà per non legittimarli, con un effetto finanziario altrettanto importante: pochi voti, pochi rimborsi elettorali.