Se la Scala dei Turchi diventa pericolosa. Patrimonio da vivere con responsabilità

PORTO EMPEDOCLE (AG) – L’estate si è appena conclusa facendo registrare in alcune località balneari presenze record, mentre ormai la Scala dei turchi è una delle mete preferite del turismo in Sicilia con importanti campagne pubblicitarie che si realizzano in questa location, famosa ormai in tutto il mondo. Eppure anche quest’anno si sono registrate note stonate dovute ai pericoli rappresentati dai crolli dei costoni rocciosi che spesso sovrastano spiagge paradisiache.
In particolare ha fatto notizia il crollo di un costone roccioso nella parte ad ovest della Scala dei turchi, da tempo interdetto alla balneazione, ma che spesso ha visto bagnanti incoscienti sostare lungo le spiagge esposte al pericolo. La fortuna ha però voluto che il crollo sia avvenuto in piena notte evitando vittime.
“Purtroppo interventi di consolidamento di aree così estese non sono possibili – ha spiegato Maurizio Costa, responsabile provinciale della protezione civile. L’unico intervento possibile è quello dell’inibizione dei tratti di costa più esposti al pericolo con un’apposita cartellonistica che evidenzi i divieti e le ordinanze emanate dalla capitaneria di porto in accordo con i Comuni che sono responsabili dell’esposizione di tali cartelli. È comunque inutile farsi illusioni sulla possibilità che in piena stagione accada che balneanti insensibili al pericolo possano non violare le ordinanze”.
“Tra le spiagge dove abbiamo registrato crolli recenti – ha continuato Costa – ci sono quelle tra Realmonte e la Scala dei turchi. A questa si aggiungono quelle di Pietre Cadute, Punta Bianca, Caos ed altre ancora meno famose. Vorrei aggiungere infine che questo fenomeno è aggravato dalla presenza nei pressi delle cime di questi costoni di falesie di costruzioni per cui in alcuni casi abbiamo già chiesto ai Comuni di intervenire con apposite ordinanze di sgombero”.
Dunque un problema reale che interessa non solo la protezione civile e i Comuni, ma anche la Capitaneria di Porto che in estate è chiamata a un compito certamente non facile vista la mole di lavoro tra sorveglianza di tratti di costa ed emergenze che spesso sono dovute ai fenomeni dell’immigrazione clandestina.
“Il nostro monitoraggio è continuo – ha affermato il comandante Rinaldo Di Martino a capo del compartimento marittimo di Porto Empedocle che di fatto ha giurisdizione su tutta la provincia agrigentina – detto ciò va però sottolineato che con l’art 7 della legge 172 del 2003 il demanio marittimo in Sicilia è di competenza della Regione. Gli interventi di protezione civile spettano dunque ad altri soggetti, mentre il nostro compito è quello di emanare ordinanze di divieto nei tratti che possano risultare pericolosi alla balneazione o alla sosta come in quei tratti di costa a rischio crollo. Ovviamente interveniamo anche a verificare che i Comuni si siano attivati alla reale interdizione delle località esposte, mentre il potere di vigilanza appartiene a tutte le forze di polizia”.
Il vero problema è comunque quello della vastità delle coste oggetto di pericoli potenziali: difficile è infatti immaginare che senza la collaborazione della stessa gente che invade i lidi nella bella stagione, possano le forze di polizia vigilare su tutto. Mentre negli anni passati l’abusivismo edilizio ha in molti casi aggravato la situazione. Pareti di marna o argilla continuano infatti a crollare a causa della mancata sensibilità dei Comuni che negli anni passati non hanno vigilato sull’edilizia d’assalto. Peraltro è provato che una pesante costruzione favorisce fenomeni di crolli ai sottostanti costoni che si vedono così sempre più spesso franare ed erodere verso l’entroterra raggiungendo non di rado le abitazioni stesse. Il problema del dissesto idrogeologico appare sempre più chiaro e non solo con il rischio crollo, ma anche con le inondazioni di corsi d’acqua, le quali foci non vengono ripulite nella bella stagione da canneti causando spesso ai primi temporali non pochi danni, proprio lungo le stesse spiagge, dove terminano i loro tragitti, luoghi anch’essi vietati alla balneazione.
La speranza è che una maggiore sensibilità indotta possibilmente da specifiche campagne pubbliche di prevenzione, possano influire sulla coscienza collettiva, in modo da evitare comportamenti che mettano a rischio la propria incolumità aggiunta a una vigile attenzione dei Comuni costieri.

Realmonte prepara interventi di consolidamento

REALMONTE (AG) – La città della Scala dei turchi ha registrato una stagione turistica eccezionale, con le strutture ricettive stracolme per la prima volta perfino a settembre, tuttavia parte delle proprie coste continuano a essere soggette a crolli e rischi a causa delle vicine pareti di marna o di argilla che sovrastano le affollatissime spiagge. “Abbiamo come ogni anno – ha puntualizzato il sindaco di Realmonte Pietro Puccio – affisso i cartelli con le ordinanze di divieto nelle aree a rischio, tuttavia registriamo spesso che questi divieti vengono aggirati dal fatto che si arrivi direttamente in barca nelle località interdette. Purtroppo non è però facile per noi controllare il rispetto di tutti di tali disposizioni. Per quanto riguarda invece i costoni pericolanti a est di lido Rossello, abbiamo chiesto un intervento urgente alla protezione civile, mentre nel piano triennale delle opere pubbliche, abbiamo inserito diverse opere di consolidamento che dovrebbero essere finanziate dall’Assessorato regionale al Territorio e ambiente. Il tutto per mettere definitivamente in sicurezza il costone”. C’è da aggiungere che già qualche tempo fa, nel tratto di mare prospiciente la falesia, erano state sistemate delle barriere sommerse che però non pare abbiano sortito gli effetti sperati. Mentre dalla Protezione civile arriva la notizia che per la legge 225 le demolizioni dei costoni di falesia pericolanti non sono di competenza del proprio dipartimento, perché la zona è già interdetta e quindi non pericolosa alle persone. Un intervento possibile non è quindi caratterizzato da urgenza e per tale ragione i soggetti che dovrebbero finanziare sono altri, anche per questo intervento limitato.