CATANIA – Innovare rispettando la natura: è questa la mission di un gruppo di architetti catanesi under 40, guidati da Fabrizio Russo. Un’idea che in realtà – come ci spiega Russo, viene da lontano -: “L’architettura è lo spazio dove vive e lavora l’uomo. Se questa deve fare il benessere delle persone, non può prescindere dal rispetto dell’ambiente. Recuperare l’acqua piovana, sfruttare l’energia del sole è qualcosa che i popoli hanno sempre ricercato. Già gli antichi romani lo facevano. Noi non facciamo altro che adeguare le nuove tecnologie a principi basilari”. Fabrizio ha un’esperienza decennale nel mondo della progettazione: la piazza di Nicolosi, quella di Letojanni, diversi musei e abitazioni private portano la sua firma. Una passione quella per le costruzioni che va di pari passo con i principi della sostenibilità ambientale e della riduzione delle emissioni di Co2. La Sicilia, però, ancora è una terra dove la cultura dell’architetto non riesce ad attecchire come nel resto d’Europa e dove ancora i temi della bioedilizia, nonostante il patrimonio energetico naturale offerto dall’Isola, sembrano essere sconosciuti.
E così, con altri giovani professionisti della progettazione decide di reinventarsi, di costituire una startup, lo “Studio Fra – Architettura ed Eco-innovazione”, che ha come obiettivo quello di sfornare case ideate e realizzate proprio per il clima mediterraneo. Adesso si trovano al Made Expo di Milano, scelti dalla Regione siciliana per rappresentare il meglio dell’innovazione dell’Isola.
Perché questa startup?
“Per rispondere a un’esigenza del mercato con un occhio sostenibile. Noi di solito utilizziamo l’energia per rinfrescare le case, non tanto per riscaldarle come può avvenire in un’abitazione del Nord. Lì si fa bioedilizia da decenni, ma lo fanno con una maggiore attenzione al riscaldamento delle case in inverno. Con il progetto dello Studio Fra, abbiamo voluto creare un progetto, un prototipo, di un edificio che abbiamo chiamato Casa B2. In pratica mettiamo in atto tutte le tecniche che da anni utilizziamo per i nostri clienti privati e pubblici (ai quali continueremo a dedicare il 50% dei nostri sforzi), ma le concentriamo in un’unica abitazione pensata proprio per il clima mediterraneo e che ha tutta una serie di elementi qualificanti: una struttura in legno, ecosostenibile, riciclabile e antisismica, confortevole sia d’estate che in inverno”.
Questa idea di casa, così come l’avete concepita voi, è offerta anche da altre aziende?
“Soltanto da Torino in su si può trovare un’offerta paragonabile alla nostra. Va precisato, però, che le strutture che vengono prodotte al Nord sono pensate per un clima freddo. Il nostro progetto, invece, si distingue dal resto della produzione nazionale e internazionale di “case passive” (che non consumano energia) in quanto consente di risparmiare energia soprattutto in estate oltre che in inverno. Casa B2 viene realizzata con tre metrature (45, 90 e 135 mq) e in tre allestimenti diversi con finiture e tecnologie diversificate”.
Il vostro prodotto si può definire made in Sicily?
“Assolutamente sì. Noi siamo architetti, ma abbiamo messo in piedi una filiera con altre aziende siciliane che spaziano dai costruttori fino ai maestri del legno. Chi compra la casa da questa startup investe dei soldi che restano in Sicilia e soprattutto risparmia un passaggio: noi seguiamo tutto il processo dalla A alla Z, dal progetto fino alla fase finale del collaudo”.
Qual è l’investimento che bisogna sostenere e quali sono i vantaggi a lungo termine che il vostro cliente può avere?
“Per quanto riguarda l’investimento economico bisogna fare un confronto con quello che è il mercato del cemento armato e della muratura. Oggi una giovane coppia che si sposa e vuole acquistare casa, solitamente si compra una struttura in costruzione da un’impresa edile. La spesa sostenuta si attesta intorno a 1.500-2.000 euro al metro quadro, ma il prodotto non ha nessuna qualità energetica perché spesso i costruttori non hanno interesse a installare impianti evoluti che costano di più e riducono gli utili. Noi non siamo un’impresa di costruzioni, curiamo il design e tutta la parte della progettazione. I nostri prezzi coincidono grosso modo con quelli dell’edilizia tradizionale, ma con la differenza che chi si rivolge a noi ottiene un edificio certificato con classe A. Inoltre la casa include tutta una serie di vantaggi: un impianto fotovoltaico di 3,5 Kw che riesce a soddisfare il fabbisogno energetico di una famiglia di quattro persone; un impianto solare termico che permette di riscaldare l’acqua e gli ambienti interni; e ancora va aggiunto che le nostro pareti sono costituite da pannelli di xlam, cioè una parete massiccia tutta di legno di spessore di 12 cm continua. Non è una casa di travi e pilastri, ma una parete massiccia in legno che poi dall’esterno è ulteriormente coibentata con materiali siciliani, come il nostro locale sughero che usiamo prevalentemente”.
Ma quindi non si tratta di prefabbricati?
“Assolutamente no. Non vanno confusi con quelle strutture monta e smonta che non fanno cubatura. Queste sono case a tutti gli effetti che vanno catastate, hanno bisogno di un’autorizzazione edilizia e soprattutto hanno delle fondamenta: sono delle case eterne. Le case più antiche del mondo sono quelle medievali e sono tutte quelle in legno. Sono quelle che hanno resistito di più nel corso della storia. Tra l’altro il legno permette di realizzare una struttura antisismica perché è elastico. Per esempio le case costruite in Abruzzo sono realizzate esattamente con questa tecnica, cioè pannelli portanti di xlam e isolamento esterno con sughero o fibra di legno”.
E per chi ha già casa? Potete intervenire per renderla sostenibile?
“Casa B2 è un prodotto finito, ma la nostra società offre anche un servizio di recupero dei fabbricati. Non tutti sanno che fino al 2014 è stato prorogato il Piano casa con il quale lo Stato ha voluto favorire gli incrementi di cubatura per chi vuole recuperare un immobile. Si tratta di un incentivo che potrebbe servire, per esempio, per salvare dall’oblio un edificio di famiglia in cattive condizioni: è previsto, infatti, un premio di cubatura del 35% per chi demolisce e ricostruisce ex novo con tecniche ecosostenibili”.
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“In futuro potrei chiudere la mia partita Iva da professionista e dedicarmi unicamente a questo progetto. Quello che faremo certamente è continuare a puntare su un’innovazione che sappia coniugare progresso e rispetto dell’ambiente”.