Il voto di maturità tiene conto delle performance dei cinque anni. Quando c’è una difformità fra l’andamento meritocratico di tutto il periodo e il risultato finale, viene dimostrata la larghezza di valutazione della commissione. Quando invece vi è coerenza per gli alti voti dimostrati nei cinque anni con la prestazione finale, non vi può essere dubbio che il voto è giusto.
Il ministero non ha comunicato se vi sia stata questa coerenza di valutazione fra i risultati dei cinque anni e quello finale, ma la statistica indicata all’inizio dimostrerebbe che nel Sud tale coerenza non vi sia stata.
Vi sono dei sondaggi fatti su campioni di cittadini, nei quali è stato loro chiesto qual era la questione più importante. Hanno risposto che al primo posto vi era l’economia e l’occupazione, poi la sicurezza e la legalità, al terzo posto la disfunzione della pubblica amministrazione e al quarto posto l’eccessivo peso fiscale. In ultimo, la scuola che non funziona.
L’art. 34 della Costituzione recita: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. I padri costituenti si preoccuparono, già nel 1945, di evidenziare come i capaci e meritevoli dovessero essere supportati per competere senza le pietre nelle tasche.
Ai maturati con 100 e lode verrà dato un assegno di mille euro, che è già qualcosa, ma totalmente insufficiente per affrontare le spese in campus americani e, dopo, per partecipare a master nel mondo, per esempio in India o in Giappone. Lo Stato dovrebbe preoccuparsi di finanziare tutto il corso di studi post-scolastico, ma anche di selezionare i talenti, a cominciare dalle scuole elementari, come avviene a Singapore, la piccola isola-repubblica indipendente dell’oceano indiano.
Per fare questo è necessario, a monte, selezionare i docenti, escludendo gli asini e i fannulloni e incardinando nella scuola ai tre livelli i capaci e i meritevoli, pagandoli ovviamente con stipendi europei.
La selezione è facile perché basta escludere i 200 mila insegnanti in esubero, scegliendoli, anche questa volta, nella categoria degli incapaci e immeritevoli.