Palermo – Il centrodestra crolla in Sicilia, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo entra all’Ars e un siciliano su due protesta contro la cattiva politica disertando le urne.
Sono i dati più significativi che emergono dalle elezioni del 28 ottobre per il rinnovo della carica di Presidente della Regione e dei 90 deputati del Parlamento. Ieri alle 17, a scrutinio ancora in corso, secondo i dati provvisori forniti dal dipartimento Autonomie locali della Regione, risultavano scrutinate 3.150 sezioni su 5.308 dislocate nei 390 comuni delle 9 province siciliane.
In testa, nella corsa dei dieci candidati alla guida della Regione, si è trovato sin dal mattino l’eurodeputato Rosario Crocetta sostenuto da Pd, Udc, Api e socialisti, che nel pomeriggio aveva raggiunto il 30,9%.
Al secondo posto Nello Musumeci di Pdl, Cantiere Popolare, La Destra (24,9%) e terzo Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle (18,5%). Seguivano il leader di Grande Sud, Gianfranco Micciché, supportato dal Partito dei siciliani-ex Mpa del presidente della Regione uscente Raffele Lombardo, e da Fli-Nuovo Polo (15,2%) e Giovanna Marano di Sel, Verdi, Federazione della Sinistra (6,2%) che ha sostituito Claudio Fava, ritiratosi per cavilli burocratici. Micciché che al momento ha solo un quarto posto, può consolarsi con l’unica vittoria che incassava su Twitter, a tre giorni dalle elezioni regionali, come era scritto in un comunicato del suo ufficio stampa con tanto di classifica “E’ il più seguito su Twitter. Sono 3.742 gli utenti che seguono i ‘cinguettii’ del candidato alla Presidenza della Regione. Grande Sud, Mpa-Pds, Nuovo polo per la Sicilia e PPA. Distanziati tutti gli altri”.
Sempre secondo i dati provvisori dello scrutinio riferiti alle liste, l’exploit dei grillini farebbe risultare il Movimento 5 Stelle il primo partito all’Assemblea regionale siciliana (15,1%). Seguirebbero il partito democratico (13,6%), Pdl (12,2%); Udc (10,7%), Pds-Mpa (9,3%). Poco sopra il 6% le liste Crocetta presidente e Grande Sud. Seguono Cantiere popolare (5,9%) e la lista Musmeci (5,6%). Anche se lo spoglio continua, il dato determinante è quello dell’astensionismo. Nei 390 comuni l’affluenza alle urne è stata del 47,42% degli aventi diritto al voto, pari a 2.203.885 elettori su circa 4,4 milioni di siciliani. Nel 2008, quando, si votò in due giornate e in contemporanea alla Camera e al Senato, si recò alle urne il 66,68% degli aventi diritto. Nel 2006 quando le urne rimasero aperte un solo giorno si recò alle urne il 59,16% dei siciliani. Nelle due precedenti competizioni vinse lo schieramento di centrodestra. Se il dato di oggi si dovesse confermare, la Sicilia aprirebbe nuovi scenari alle alleanze sul territorio nazionale, in considerazione dei rinnovi di altri consigli e delle Politiche alle porte. A partire dalla strada intrapresa dai progressisti-moderati di Bersani-Casini che in Sicilia ha sostenuto Crocetta con successo, mentre in altre parti d’Italia è mal vista ed è una delle cause principali di lacerazione della sinistra. E l’elenco potrebbe continuare con la disaffezione degli elettori ai vecchi partiti (vedi il risultato anche se parziale del centrodestra) fino al nuovo modo di fare politica dei grillini con le piattaforme telematiche per parlare agli elettori di progetti e candidature che probabilmente attraggono molto le nuove generazioni.