PALERMO – Almeno un risultato Rosario Crocetta l’ha già raggiunto, far parlare della Sicilia nel mondo. E per una volta non per questioni di cronaca nera, sprechi, incompiute e via discorrendo. Diversi giornali stranieri hanno dedicato ampio spazio all’elezione dell’ex sindaco di Gela, puntando i riflettori soprattutto su due aspetti: il suo impegno antimafia da una parte e l’omosessualità dall’altra.
Anche se lo statunitense “Time” non gli ha ancora dedicato la sua ambitissima copertina, il popolarissimo tabloid d’oltremanica “The Times” di certo tratteggia un quadro positivo del neo governatore dei siciliani: “La Sicilia elegge il suo primo governatore apertamente gay, mentre il partito di Silvio Berlusconi prende una stangata alle elezioni regionali. Rosario Crocetta, che si è fatto conoscere come sindaco anti-mafia di Gela. Crocetta vive sotto scorta dopo essere scampato a tre tentativi di assassinio compreso uno in cui un boss della mafia è stato intercettato chiedendo l’eliminazione del ‘comunista gay’”.
E sempre rimanendo nel Regno Unito il The Guardian, senza giri di parole, titola “Un gay contro la mafia”. Nel suo articolo, il reporter Tom Kingston, spiega ai lettore britannici che “Crocetta è un cattolico devoto e da tempo sostiene che nell’Italia meridionale c’è un atteggiamento sorprendentemente aperto nei confronti dei politici omosessuali”. Vedi mai che con queste parole si possano sfatare, almeno in parte, i luoghi comuni che da sempre legano l’Isola a concetti di arretratezza e inciviltà.
Dall’altra parte dell’Oceano, il Wall street journal, invece, lasciando da parte il gossip, ha preferito concentrarsi sull’analisi del risultato delle elezioni in Sicilia con un articolo a firma di Stacy Meichtry e Giada Zampagno: “Per la prima volta in più di un decennio, la Sicilia ha eletto un governatore di centro sinistra, in un’elezione che ha messo in evidenza la crescente disaffezione degli elettori nei confronti dell’establishment politico italiano e la crescente popolarità di un partito di protesta guidato da un ex comico”. Ancora dagli Stati Uniti si leva un’altra voce autorevolissima, quella del New York Times, che mette al centro del suo racconto l’altissima astensione registrata nelle urne dell’Isola. Il fondo di Elisabetta Povoledo si intitola emblematicamente “Il voto di sfiducia dei siciliani”. Gran parte dell’articolo prende in considerazione anche l’ascesa di Grillo, indicato come cartina di tornasole del malcontento diffuso al di qua dello Stretto.
E dal comico genovese parte l’analisi del quotidiano francesce Libération: “Beppe Grillo non è riuscito a usare il suo celebre ‘vaffa’ nei confronti del candidato di centrosinistra, il quale, dal canto suo, aveva promesso di rinunciare al sesso se fosse stato eletto”, e poi giù ancora di parlare di omosessualità, antimafia e astensione. Il ritornello è più o meno quello. Ma è Le Monde che si sbilancia, quasi un endorsement fuori tempo massimo (o troppo presto, dipende dai punti di vista): “Rosario Crocetta, un politico dal profilo atipico, ha ottenuto un risultato sorprendente: omosessuale dichiarato, ed ex sindaco di Gela, questo uomo di 61 anni è una figura di punta della lotta alla mafia”.
E complimenti che manco a Obama arrivano dallo spagnolo El Pais, il quale si unisce al coro unanime: “Crocetta è un precursore, non solo per essersi opposto frontalmente a Cosa Nostra nel suo feudo ma anche per essere il primo politico italiano ad aver dichiarato la propria omosessualità.
Chiudiamo la rassegna con due prestigiosi quotidiani tedeschi. Lo Süddeutsche Zeitung afferma con sicurezza che “con l’elezione di Rosario Crocetta la storia siciliana è improvvisamente cambiata. La sua elezione rappresenta la volontà dei siciliani di dare fiducia a un uomo che potrebbe rappresentare un’inversione di tendenza rispetto ai precedenti governatori vicini alla Mafia che hanno portato la Sicilia alla bancarotta economica”. Chiude lapidaria l’autorevole Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Crocetta non è sicuramente il classico politico siciliano intrallazzato in rapporti sospetti”. Tanti applausi da tutto il mondo, dunque. Ma a noii siciliani, che di promesse ne abbiamo sentite tante e di presunti uomini della provvidenza ne abbiamo visti troppi, lasciateci almeno il beneficio del dubbio.